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“Fiera e irriverente”, torna la slut walk contro la violenza omolesbobitransfobica [audio]

“Nelle ultime settimane abbiamo raccolto testimonianze di diverse aggressioni a danni di donne lesbiche, di persone trans e queer”, denuncia la rete Rivolta Pride, che oggi è scesa in piazza “per frocizzare insieme lo spazio pubblico e dare voce a tutta la nostra rabbia”.

17 Ottobre 2021 - 18:38

Il Rivolta Pride torna in piazza contro la violenza omolesbobitransfobica: oggi Bologna è stata attraversata da una nuova slut walk transfemminista, partecipata da alcune centinaia di persone e partita nel primo pomeriggio da piazza Maggiore, con l’obiettivo di “dare spazio a tutta la nostra rabbia contro la violenza misogina e omolesbobitransfobica che ci colpisce quotidianamente. Nelle ultime settimane, infatti, abbiamo raccolto testimonianze di diverse aggressioni a danni di donne lesbiche, di persone trans e queer. Non tutt* hanno denunciato e, come in infiniti altri casi, non rientreranno nelle statistiche. Chi ha provato a sporgere denuncia, spesso si è trovat* di fronte agenti che hanno messo in dubbio e minimizzato le violenza. Alla violenza lesbofobica, transfobica, bifobica, omofobica e misogina in strada si è quindi aggiunta quella istituzionale”, è l’appello diffuso in rete da B-Side Pride, Collettiva Matsutake, Laboratorio Smaschieramenti, Laboratorio Cybilla, Cassero Lgbti+ Center, Lesbiche Bologna, Mit, Gruppo Trans, Mujeres Libres e La Mala educaciòn. La manifestazione si è mossa per le strade del centro storico, facendo tappa in via dell’Unione dove hanno sede temporaneamente le attività di Gruppo Trans, associazione colpita proprio pochi giorni fa da un’aggressione omolesbobitransfobica. Da qui ha percorso via San Vitale per poi sfilare sui viali, imboccare via Irnerio e concludersi in piazza XX settembre.

“Tutte queste violenze- continua il comunicato- si sono consumate di fronte a un pubblico indifferente, anestetizzato dall’individualismo e da una malsana abitudine alle discriminazioni quotidiane. Mentre registriamo la quotidianità della violenza che viviamo come soggetti ‘altri’ (non eterosessuali, non cisgender), noi non abbiamo nessuna intenzione di abituarci o ignorarla, né di permettere che le persone intorno a noi continuino a guardare dall’altra parte”: la slut walk di oggi è stata chiamata quindi “per frocizzare insieme lo spazio pubblico e dare voce a tutta la nostra rabbia. Negli ultimi mesi, dopo le riaperture in seguito al lockdown, la violenza misogina e omolesbobitransfobica nello spazio pubblico è aumentata vertiginosamente, colpendo impunemente donne e persone LGBTQIPA+. La quotidianità di queste violenze ci logora dentro e ci fa sentire meno sicur* tuttu”.

Il dibattito sul Ddl Zan “ci ha viste più unit* che mai e visibili nelle piazze che hanno elettrizzato il paese da maggio all’estate: la nostra ritrovata convergenza- scrivono ancora le realtà promotrici della slut work ci ha res* forti, ma la destra ha trovato in noi l’ennesimo capro espiatorio. Questa esposizione ci ha res* più vulnerabili davanti all’inasprimento della violenza eterocispatriarcale, ma noi non faremo alcun passo indietro e siamo qui per ribadire che vogliamo #moltopiùdizan e che nessuna violenza rimarrà senza risposta! Stiamo vedendo una rinnovata alleanza tra le destre reazionarie, catto-fasciste e fondamentaliste, e un autoproclamato femminismo trans-escludente, che stanno cercando di legiferare al ribasso sui nostri corpi, dall’Italia all’Europa dell’Est e oltre. Gli effetti di questa propaganda hanno conseguenze materiali che si riversano nelle nostre vite, non soltanto attraverso le violenze quotidiane che subiamo solo per il fatto di esistere, ma si traducono anche in una violenza istituzionale trasnazionale che impedisce di fatto di autodeterminarci come vogliamo. Nella Bologna che si racconta come progressista e queer friendly, noi non abbiamo abbiamo trovato un luogo sicuro ma l’ennesima riproduzione della violenza eterocispatriarcale. Dal 3 luglio a oggi la rete Rivolta Pride è stato invece uno spazio di ascolto e di risposta alla violenza altrove ignorata. Ancora una volta amic*, compagn*, sorelle hanno trovato nella comunità LGBTQIPA+ uno spazio sicuro in cui prendere parola davanti alle molestie e alle violenze che subiamo nel quotidiano”: oggi, quindi, “tutt* in piazza per frocializzare la città attraversandola con la nostra fierezza e irriverenza”.

> Alcuni interventi al microfono del corteo: