Giunta: “Formalizzazione a inizio agosto”. H.O.Me.: “Per noi una conquista” e uno sgombero “sarebbe una ferita per la città”, mentre fare un bando senza dare continuità all’esperienza in corso “non farebbe la ricchezza di Bologna”. Novità anche per i Prati di Caprara: studio sulla loro fruizione e possibile Patto di collaborazione con Rigenerazione no speculazione.
Si profila una svolta sul destino dell’ex caserma Masini di via Orfeo, una delle tante aree dismesse della città lasciate da anni all’abbandono e rivitalizzate nel tempo solo dalle occupazioni: in questo caso prima quella di Làbas (sgomberata sei anni fa) e poi quella di H.O.Me. che è tutt’ora in corso in una porzione del complesso. Cassa depositi e prestiti (Cdp), proprietaria del lotto, con la formula della “custodia temporanea” affiderà al Comune gli spazi esterni dell’ex caserma: lo ha annunciato l’assessore all’Urbanistica, Raffaele Laudani. “Come noto questa amministrazione ha individuato negli usi temporanei una delle strade privilegiate per il recupero delle are dismesse- afferma Laudani in aula- e per questo motivo fin da inizio mandato, nelle interlocuzioni con le diverse agenzie dello Stato o società pubbliche controllate dallo Stato, abbiamo avanzato la richiesta di affidare le aree di loro proprietà in custodia temporanea al Comune. Ciò vale anche per le tre caserme di proprietà di Cdp”. In particolare per quanto riguarda la caserma Masini, “abbiamo avanzato formalmente la richiesta di presa in custodia temporanea dell’area da parte del Comune e abbiamo avuto recentemente risposta- riferisce l’assessore- con la disponibilità di Cdp ad affidare in custodia temporanea al Comune le aree esterne della caserma per attività culturali o ricreative che non presuppongano la residenzialità”. Cdp, aggiunge Laudani, “ci ha assicurato che questa custodia temporanea potrà essere formalizzata entro la prima settimana di agosto”. Nel frattempo, “abbiamo anche riscontrato e ottenuto la disponibilità a fare degli approfondimenti per altri usi temporanei compatibili con lo stato attuale dei luoghi”.
L’annuncio fatto dal Comune “per noi è una conquista: senza l’occupazione del 28 aprile, quasi certamente nulla si sarebbe mosso in questo senso”, è la posizione espressa da H.O.Me.: ” In quasi tre mesi di occupazione l’ex caserma Masini è tornata a vivere grazie ad assemblee, dibattiti, presentazioni di libri, lavori, fino ad arrivare al campeggio di questo weekend, in cui andremo ad auto-recuperare una porzione della caserma al fine di destinarlo all’abitare sociale e cooperativo. Per questo crediamo che chi sta dando vita a questa esperienza con fatica, testa e passione debba assolutamente essere interlocutore principale per la futura gestione temporanea di questo spazio nel cuore della città, per troppo tempo lasciato all’abbandono e all’incuria. È allora l’occasione per sperimentare nuovi modelli dell’uso temporaneo a partire dall’esistente, andando oltre le forme tradizionali. Nuovi modelli che che partano dalle attività che si stanno svolgendo da ormai 3 mesi in stretta relazione con il vicinato e con le persone che ogni martedì si siedono all’assemblea del Piazzale Irma Bandiera, che aprano alla possibilità di utilizzare questo spazio per far fronte alla pesante crisi abitativa che ammorba Bologna. È l’occasione per restituire uno spazio alla città partendo dalle soggettività e dalle pratiche reali di sceglie ogni giorno di prendersene cura. In questi giorni di campeggio urbano saranno recuperate otto stanze, che andranno ad aggiungersi alle quattro case che già dal 28 aprile ospitano quindici persone. A dimostrazione del fatto che l’attivazione e la cooperazione sociale sono importanti generatrici di alternative concrete all’abbandono ed alla speculazione”.
Di conseguenza, uno sgombero ora dell’ex caserma Masini “sarebbe una ferita per la città” e mettere l’area a bando, senza dare continuità all’esperienza in corso, “non farebbe la ricchezza di Bologna”, aggiungono le/gli attiviste/i di H.O.Me. chiedendo pubblicamente un incontro al Comune, con cui “in questi mesi non abbiamo avuto alcuna interlocuzione. E neanche con la proprietà”. Il rischio di uno sgombero al momento “non è evitato ma sarebbe un’altra ferita per questa città. Interrompere la continuità di questa esperienza sarebbe un errore”. Mentre “la logica del bando, che azzera tutto, sarebbe l’opposto e non darebbe risposte. Non è questo che fa la ricchezza di Bologna”. Per questo, gli attivisti chiedono alla Giunta Lepore “il coraggio di fare scelte radicali, anche per dare una risposta forte a Roma. Non si può essere ambigui nè timidi”, è il messaggio che arriva dall’ex Masini.
L’assessore Laudani, intanto, ha parlato anche dei Prati di Caprara: “Nelle interlocuzioni che in questi mesi avuto con Invimit abbiamo ribadito, anche recentemente, che l’obiettivo dell’amministrazione è preservare il bosco urbano dei Prati est così come, al tempo stesso, la nostra dsponibilità a studiare soluzioni volte alla rigenerazione e valorizzazione dei Prati ovest, compatibili con il mantenimento e la tutela della vegetazione esistente”. Nel frattempo, “abbiamo comunicato anche a Invimit di aver avviato una collaborazione con il Cnr di Firenze- spiega Laudani- per uno studio volto ad approfondire quali possibili forme di fruizione dei Prati est siano attualmente possibili con lo stato attuale dell’area”. Su questo “abbiamo trovato la disponibilità di Invimit ad essere parte attiva di questo studio e contribuire”, segnala l’assessore: studio che ha “un carattere fortemente sperimentale e infatti dal loro punto di vista potrebbe diventare un caso pilota nazionale, da estendere ad altre aree di loro proprietà”. Infine, riferisce ancora Laudani, “abbiamo comunicato di aver ricevuto una proposta di Patto di collaborazione per attività legate alla tutela e alla promozione della sostenibilità ambientale da svolgere nella porzione dei Prati di Caprara attualmente nella disponibilità del Comune. Patto che con ogni probabilità saremo nelle condizioni di formalizzare nelle prossime settimane”.
Un commento in questo caso arriva dal comitato Rigenerazione no speculazione: “Gli usi temporanei sono il tentativo del Comune di uscire da un evidente stallo delle trasformazioni desiderate di queste aree, che in base ai progetti della proprietà (sic!) pubblica si sarebbero dovute trasformare tutte in nuovi quartieri e centri commerciali. Anche no grazie. Ma anche no questo stallo infinito. Non ci sono le condizioni per chiedere oggi un Patto di collaborazione sull’intero bosco urbano, dei Prati est, ma evidentemente ci sono per chiederlo sul’area in disponibilità del Comune”. La proposta di Patto di collaborazione citata dall’assessore, infatti, si intitola “Il bosco che ricresce” ed è stata presentata dallo stesso comitato insieme ad altre realtà (Circolo Ravone, Gev, Legambiente, Wwf, Planimetrie Culturali): l’obiettivo è di “favorire una fruizione leggera da parte della cittadinanza di quella porzione dei Prati di Caprara, con passeggiate e attività didattiche e culturali che consentiranno anche di osservare dall’interno il bosco urbano che la circonda. Con il patto di collaborazione saremo autorizzati a fare tutto quello che fino ad oggi abbiamo dovuto fare nell’ombra, quando abbiamo mostrato le bellezze del bosco ai cittadini, quando lo abbiamo ripulito e abbiamo curato le sue ferite con i nostri pochi mezzi. Se il patto sarà approvato, saremo autorizzati a farlo, saremo sostenuti pubblicamente nel farlo, e potremo avvicinarci al cuore del bosco che deve essere restituito interamente alla città”.