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Ancora proteste all’Interporto: “Ecco cosa accade nella logistica”

Ieri sera manifestazione dei facchini della Xbt Logistica che opera in appalto per FedEx. Si Cobas: “Sono lavoratori stanchi di continui soprusi, di minacce, di ritorsioni”. In Comune, intanto, l’Sgb proclama lo stato d’agitazione dei dipendenti dopo la negazione di un’assemblea da parte dell’amministrazione.

11 Novembre 2021 - 11:25

Nuove proteste dei facchini all’Interporto: ieri sera i lavoratori della Xbt Logistica (appalto FedEx) hanno manifestato “per denunciare pubblicamente cosa succede nel settore logistico”, riferiscono i Si Cobas. Sul posto i Carabinieri, che hanno anche identificato giornalisti e fotografi presenti. I Si Cobas spiegano così le  motivazioni della protesta: “Si tratta di 80 lavoratori tutti a tempo determinato. Sono in maggior parte stranieri di età diverse. Lavorano la notte come facchini, non hanno ricevuto nessuna formazione specifica né sul lavoro da svolgere né sulla sicurezza. Alcuni di loro guidano mezzi senza nemmeno aver fatto i corsi previsti e il pavimento del magazzino non riporta nemmeno la segnaletica obbligatoria necessaria per segnalare gli spazi di movimento tra mezzi, pacchi e pedoni. Bancali e merce davanti le uscite di sicurezza. Pacchi e bancali ovunque e alla rinfusa riducono gli spazi percorribili. La mensa non c’è perché qui si mangia ‘en plein air’ fuori dal magazzino appoggiati a qualche gradino, con il sole, la pioggia o la neve. I bagni totalmente inadeguati. I pagamenti sempre in ritardo. Le buste paga costruite sui livelli di inquadramento più bassi, nonostante l’utilizzo dei mezzi. Straordinari non pagati e tanto altro… Dopo un primo sciopero, la Xbt ha lasciato a casa tutti quelli che vi hanno partecipato in ferie forzate. Dopo una diffida formale solo una parte dei lavoratori è stata richiamata. L’altra è stata lasciata a casa. Ma i lavoratori sono rimasti uniti stanchi di continui soprusi, di minacce, di ritorsioni” e ieri sera “hanno reso pubblico quanto da tempo avviene nel loro magazzino al blocco 3.2 dell’Interporto di Bologna. Logistica etica? Protocolli? Segnalazioni alle autorità, ispettorato, Asl etc… Fatte! Interventi ispettivi in seguito alle segnalazioni? Nessuno. In lotta per la conquista di dignità, diritti, salute e sicurezza!”.

In Comune, intanto, l’Sgb ha deciso di convocare lo stato di agitazione dei dipendenti e fa sapere che nelle prossime ora avvierà le procedure necessarie in caso di sciopero: “Dopo mesi che chiediamo di rispondere alla richiesta di pari diritti sindacali nel Comune di Bologna, come risposta l’amministrazione comunale ci nega l’assemblea convocata per informare i colleghi neo assunti sul fondo pensionistico integrativo, privato, Perseo e sulla necessità di non aderirvi per non farsi letteralmente scippare il proprio Tfr. Ha invece autorizzato quella della Cgil che insieme a Cisl e Uil ne sta promuovendo l’adesione in quanto favorevoli da lungo tempo alla privatizzazione del sistema pensionistico e gestori essi stessi di questo fondo integrativo che per partire, ha bisogno di un grosso capitale che solo lo scippo integrale delle liquidazioni può garantire. Ribadiamo che è inaccettabile che la nuova Giunta continui a negare la democrazia in questo Ente ai sindacati ‘non amici’ e che alla nostra richiesta d’incontro il sindaco Lepore, più volte sollecitato, non abbia dato alcuna risposta, dimostrando così anche una certa maleducazione politica con chi è il secondo sindacato in termini di iscritti e di voti alle elezioni RSU del ‘suo’ ente. Evidentemente nei piani alti di Palazzo D’Accursio pensano di rispondere con il silenzio e le alzatine di spalle ad un referendum a cui hanno partecipato, in piena pandemia e smart working straordinario, oltre 1.800 dipendenti esprimendosi con il 97% favorevolmente al ripristino della democrazia sindacale. Al quesito referendario, appositamente interpellati insieme ad altri politici, votarono sì anche due attuali assessori della giunta Lepore ai quali chiediamo coerenza. A questo dobbiamo aggiungere che vari esponenti della giunta incontrano in gran segreto i sindacati ritenuti amici per poi intervenire sui giornali su temi che riguardano il futuro lavorativo dei propri dipendenti. Un sistema che purtroppo conosciamo bene per i danni prodotti in questi anni e che lo stesso attuale sindaco, durante le primarie aveva affermato di volere superare. Vorrebbero farci subire lo stesso metodo vigliacco che abbiamo già vissuto con Merola il quale stracciò i protocolli che garantivano la democrazia sindacale in vigore in comune dal mandato del sindaco Vitali in poi. Si sbagliano perché non ci arrendiamo certamente ora. Terminato il tempo delle promesse elettorali e dei bla, bla, bla, nelle prossime ore convocheremo una assemblea delle dipendenti e dei dipendenti comunali, fuori dall’orario di lavoro ed avvieremo le procedure formali previste in caso di sciopero”.