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Referendum il Comune: “Il 97 % dei dipendenti dice no alle discriminazioni sindacali”

E’ l’esito del referendum promosso dall’Sgb sulla possibilità di tornare ad indire assemblee ed essere presenti ad ogni tavolo di trattativa. Alla consultazione hanno partecipato 1.803 lavoratrici/ori dell’amministrazione, che in questo modo hanno “risposto con forza ed impegno contro una decisione ingiusta e discriminatoria”, dichiara il sindacato di base.

02 Ottobre 2021 - 19:01

“Il 97 % dei lavoratori dice no alle discriminazioni sindacali”, annuncia l’Sgb alla luce della consultazione svolta tra i dipendenti dell’amministrazione: “Questa mattina si è svolto lo spoglio delle schede del referendum sulla democrazia sindacale promosso in questi giorni da Sgb e sostenuto da Cobas e Adi. Nonostante ci siano stati negati gli strumenti informativi ed organizzativi che vengono invece garantiti dal Ccnl e dagli accordi aziendali, nonostante il periodo di smart working, nonostante la quarantena, nonostante l’invito di alcune segreterie sindacali al boicottaggio, la partecipazione è stata eccezionale: 1803 dipendenti ci ha messo la faccia ed ha espresso il proprio voto”. Questo il quesito: “Vuoi che nel Comune di Bologna le organizzazioni sindacali presenti abbiano pari diritti, garantendo a tutti di indire assemblee dei lavoratori in orario di lavoro e di essere presenti ad ogni tavolo di trattativa e di confronto con la controparte?”. L’Sgb sottolinea che “mai fino ad ora un voto di questo tipo ha visto una partecipazione così alta, più che doppia rispetto al precedente più significativo che ha visto 850 votanti circa. Dei votanti il 97,3% ha votato sì. Il 2% ha votato no. E’ una grande vittoria delle lavoratrici e dei lavoratori di questo comune che in tutti i posti di lavoro, dai nidi e alle scuole dell’infanzia, dalle sedi della Polizia Locale agli uffici di Liber Paradisus, di Palazzo d’Accursio, e dei Quartieri, dai musei alle biblioteche, dagli Urp agli Sportelli sociali, hanno risposto con forza ed impegno contro una decisione ingiusta e discriminatoria che solo la Giunta Merola ha portato avanti dal 1994 ad oggi”.