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Affitti, prosegue la mobilitazione: “I soldi del governo non vadano agli studentati di lusso”

Il Cua annuncia nuovi accampamenti. HoME: “Aree militari per fare fronte all’emergenza abitativa? Eccoci qui!”. Unione inquilini e altre sigle in piazza lunedì durante il prossimo incontro dell’osservatorio metropolitano sul sistema abitativo. Asia-Usb pubblica foto di lividi ed escoriazioni conseguenti all’azione della polizia al picchetto antisfratto di martedì.

12 Maggio 2023 - 19:41

Dopo la notte in tenda dentro la Scuola di Lettere in via Zamboni 38 le studentesse e gli studenti del Collettivo universitario autonomo intendono proseguire la mobilitazione contro il caro affitti, con un nuovo accampamento da mercoledì prossimo in via San Giacomo (dove si trova Split, lo spazio occupato posto sotto sequestro dalla magistratura) e poi a fine mese nello studentato privato The social hub (l’ex The student hotel) di via Fioravanti, ex stabile Telecom che tra il 2014 e il 2015 fu occupato per dieci mesi da circa 300 persone in condizione di disagio abitativo.

Con la protesta delle tende “rivendichiamo una vita bella, con case belle ed un diritto allo studio che sia veramente garantito perché la crisi abitativa che sta esplodendo in questa città, ma anche nel resto d’Italia –  hanno spiegato studentesse e studenti in conferenza stampa – va affrontata di petto e richiede uno stanziamento di fondi adeguato”, perché “il diritto allo studio e il diritto all’abitare non sono due sfere separate ma anzi vanno di pari passo”. I 660 milioni di euro sbloccati dal governo devono essere “impiegati per rendere gli studentati non solo esistenti ma anche accessibili per tutti,   e senza degenerare negli studentati di lusso”. Insomma, “vogliamo case, le vogliamo belle e non vogliamo dover spendere 800 euro per una stanza di 14 metri quadrati”.

Sul tema intanto interviene anche HOMe: “Leggiamo che le ex aree militari sono individuate come possibili luoghi dove intervenire per far fronte alle esigenze abitative delle fasce escluse dal mercato abitativo: bene, noi non solo lo crediamo da tempo, ma ci siamo già concretamente portati avanti con i lavori. Eccoci qui! Mentre si susseguono le dichiarazioni, compagne e compagni, precarie e precari, studenti e studentesse, lavoratrici e lavoratori puliscono stanze delle case, spostano e montano mobili, imbiancano muri dei bagni, preparano e mangiano tutte insieme un piatto somalo e poi gambiano. C’è chi ha allestito un’aula studio, chi si occupa di fare la lista dei lavori da fare, chi invece ragiona su come ricavare spazio utile per poter essere ancora di più, in queste case occupate. Siamo solidali e complici con chi pianta tende per rivendicare il diritto di restare in città e siamo qui per fare la nostra parte, con uno sforzo di immaginazione collettiva, per trovare modalità per andare oltre, per far sì che non sia più necessario accamparsi per restare: vogliamo case degne, se necessario occupate, autorecuperate e auto-redistribuite collettivamente. Per questo invitiamo chi vive il disagio abitativo a raggiungerci a H.O.Me., per discutere insieme e costruire soluzioni reali”.

Il 15 maggio è in programma a Palazzo d’Accursio il secondo incontro dell’assemblea pubblica sulla casa prevista dall’Osservatorio metropolitano sul sistema abitativo di Bologna, a cui partecipano Comune, Città metropolitana, Regione, Università e Acer. L’Unione inquilini fa sapere che intende prendervi parte, ma lancia al contempo un presidio dalle 16.30 in piazza Nettuno: “Invitiamo tutte le forze sindacali, politiche e sociali che si riconoscono in questi valori”, spiegano. Tra le adesioni già pervenute quelle di Fridays for future, Confederazione Cobas e Link. Asia-Usb, invece, torna sui fatti avvenuti al picchetto antisfratto di martedì scorso, pubblicando foto dei lividi e delle escoriazioni conseguenti all’intervento della polizia e dei referti medici delle e dei manifestanti, “affinché l’ennesimo episodio di violenza nei confronti di chi esprime solidarietà nei confronti di chi viene privato di un diritto fondamentale come quello alla casa non passi sotto silenzio”.