Presidio in piazza Scaravilli (e ingresso del rettorato sbarrato dalla polizia) durante il Senato accadamico, Giovani palestinesi: l’Alma Mater “collabora con istituzioni e imprese direttamente connesse con l’implementazione simbolica e materiale dell’apartheid contro il popolo palestinese e con il mantenimento del colonialismo sionista in Palestina. Rapporti inaccettabili che vanno immediatamente interrotti”.
Oggi all’ordine del giorno del Senato accademico c’era la discussione di una mozione di boicottaggio di Università, istituzioni e aziende israeliane: in occasione di ciò, davanti al rettorato si è svolto un presidio promosso da Giovani e Palestina (Gep) e Giovani palestinesi d’Italia (Gpi), che segue di pochi giorni la manifestazione di domenica in ricordo della Nakba. “In questi mesi il Gep Bologna, insieme a diverse realtà e soggettività cittadine- ha svolto un lavoro di inchiesta e denuncia dei numerosi rapporti che l’Università di Bologna intrattiene con l’entità sionista. Rapporti e progetti che molto spesso hanno a che fare con una ricerca ‘dual use’ utilizzabile cioè sia a fini civile che militari. L’Unione Europea è spesso dietro a questi progetti con generosi finanziamenti nell’ambito di una strategia che vede sempre di più la ricerca e l’università europea guardare con interessa al modello sionista, che da sempre vede il settore dell’università e della ricerca strettamente legato all’industria bellica e all’apparato di sicurezza. In questi mesi le università italiane, dietro un finto pacifismo, stanno partecipando attivamente allo sforzo bellico e al conflitto imperialista che si sta svolgendo sulle spalle del popolo ucraino, intensificando i rapporti con le industrie belliche e svolgendo un lavoro di propaganda e legittimazione dello stato di guerra in corso. La nostra ricerca ha evidenziato come l’Unibo collabora con istituzioni e imprese direttamente connesse con l’implementazione simbolica e materiale dell’apartheid contro il popolo palestinese e con il mantenimento del colonialismo sionista in Palestina. Riteniamo questi rapporti inaccettabili”: da qui la decisione di manifestare oggi durante la riunione del Senato accademico e “ribadire con forza la necessità di una loro immediata interruzione”.
Da piazza Scaravilli il presidio ha deciso di spostarsi in rettorato, racconta il Cua, “trovando però la Digos a sbarrare l’ingresso! Il presidio ha strappato a Federico Condello, protettore delegato agli studenti, la promessa che il foglio presentato verrà discusso in Senato accademico per le prime settimane di giugno, e fare in modo di cessare ogni tipo di collaborazione con il regime sionista”.