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Tante lotte, un cammino comune: in migliaia si riprendono le strade [audio+foto+video]

Azioni e sanzionamenti a Inps, ministero del Lavoro, centro per l’impiego, McDonald’s e Prefettura, dove c’è stato un breve momento di tensione. Interventi su molte vertenze di lavoratrici e lavoratori, e poi scuola, sanità, carceri. Al termine della manifestazione è scattato lo sciopero dei ciclofattorini.

20 Giugno 2020 - 20:59

“Questa pandemia ha evidenziato le diseguaglianze che esistono in questa società. Ma questa crisi non la vogliamo pagare, la paghi chi sta in alto! Vogliamo salute e sanità gratuita, un reddito e un salario che ci permettano di vivere dignitosamente, vogliamo diritti per tutte e tutti lavoratori e lavoratrici, soprattutto per quelli migranti, che sono la spina dorsale del sistema produttivo. Non accetteremo le politiche imposte in questi anni”: queste le parole d’ordine gridate al microfono del corteo regionale partito questo pomeriggio da piazza XX settembre, promosso dal sindacalismo conflittuale, collettivi, spazi sociali, reti solidali.

I manifestanti hanno dapprima raggiunto l’Inps di via Gramsci, attaccando manifesti sulle pareti dello stabile: “Vende fumo, false promesse: ancora oggi non sono in grado di dire a lavoratori e lavoratrici quando e come arriveranno i soldi, gli ammortizzatori sociali e il reddito”.

Tappa successiva davanti a un albergo che “pochi giorni fa ha lasciato a casa decine di lavoratrici delle pulizie perché dicono di non poter fare altro. Chiediamo si facciano subito carico di queste lavoratrici assumendole”. Il corteo è poi passato davanti a ministero del lavoro e centro per l’impiego, dove è intervenuta la categoria dei lavoratori stagionali, e ha raggiunto la facoltà di Scienze aziendali dell’Alma Mater, con affissione di numerosi manifesti. Numerosi i temi toccati lungo il percorso dagli interventi: la sanità, l’interruzione volontaria di gravidanza, la condizione delle carceri e l’amnistia, l’ambiente, le lotte della logistica. Davanti all’Arena del Sole sono intervenuti i lavoratori dello spettacolo, mentre un lavoratore di Zara ha parlato davanti a un negozio della catena. I ciclofattorini hanno poi acceso fumogeni e affisso manifesti al fast-food McDonald’s, all’incrocio tra via Indipendenza e Ugo Bassi.

Il corteo si è poi diretto verso la Prefettura, dove si è registrato un breve momento di tensione quando la polizia ha cercato di impedire l’azione simbolica di alcuni manifestanti intenzionati a lasciare cassette di frutta e verdura per ricordare i braccianti migranti morti nei campi e nei ghetti. Davanti a Palazzo D’Accursio sono intervenute le educatrici in appalto:  “I comuni sono complici degli appalti al ribasso. Vogliamo tutele, diritti, stipendi più alti, e una società più civile per tutti”. Un lavoratore della scuola ha invocato la riapertura dei plessi: “La scuola non è un parcheggio, è il luogo della crescita umana e culturale. Chiediamo una patrimoniale, e investimenti sull’istruzione”. Infine, i ciclofattorini sono tornati davanti al McDonald’s, bloccando lo sportello delle consegne: “Vanno fermati gli ordini, questo è uno sciopero proclamato da tempo e tutte le piattaforme ne erano conoscenze… Stasera non devono uscire consegne”.

> Audio raccolti all’Inps, al ministero del lavoro, al centro per l’impiego, all’Arena del Sole, a Zara e McDonald’s e intervento sull’Ivg

 

 

 

 

 

 

> Video sanzionamento McDonald’s

 

> Foto dalla piazza:

Corteo regionale: "Vogliamo salute, soldi e diritti!"

> Audio e video raccolti in prefettura:

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