Azioni e sanzionamenti a Inps, ministero del Lavoro, centro per l’impiego, McDonald’s e Prefettura, dove c’è stato un breve momento di tensione. Interventi su molte vertenze di lavoratrici e lavoratori, e poi scuola, sanità, carceri. Al termine della manifestazione è scattato lo sciopero dei ciclofattorini.
“Questa pandemia ha evidenziato le diseguaglianze che esistono in questa società. Ma questa crisi non la vogliamo pagare, la paghi chi sta in alto! Vogliamo salute e sanità gratuita, un reddito e un salario che ci permettano di vivere dignitosamente, vogliamo diritti per tutte e tutti lavoratori e lavoratrici, soprattutto per quelli migranti, che sono la spina dorsale del sistema produttivo. Non accetteremo le politiche imposte in questi anni”: queste le parole d’ordine gridate al microfono del corteo regionale partito questo pomeriggio da piazza XX settembre, promosso dal sindacalismo conflittuale, collettivi, spazi sociali, reti solidali.
I manifestanti hanno dapprima raggiunto l’Inps di via Gramsci, attaccando manifesti sulle pareti dello stabile: “Vende fumo, false promesse: ancora oggi non sono in grado di dire a lavoratori e lavoratrici quando e come arriveranno i soldi, gli ammortizzatori sociali e il reddito”.
Tappa successiva davanti a un albergo che “pochi giorni fa ha lasciato a casa decine di lavoratrici delle pulizie perché dicono di non poter fare altro. Chiediamo si facciano subito carico di queste lavoratrici assumendole”. Il corteo è poi passato davanti a ministero del lavoro e centro per l’impiego, dove è intervenuta la categoria dei lavoratori stagionali, e ha raggiunto la facoltà di Scienze aziendali dell’Alma Mater, con affissione di numerosi manifesti. Numerosi i temi toccati lungo il percorso dagli interventi: la sanità, l’interruzione volontaria di gravidanza, la condizione delle carceri e l’amnistia, l’ambiente, le lotte della logistica. Davanti all’Arena del Sole sono intervenuti i lavoratori dello spettacolo, mentre un lavoratore di Zara ha parlato davanti a un negozio della catena. I ciclofattorini hanno poi acceso fumogeni e affisso manifesti al fast-food McDonald’s, all’incrocio tra via Indipendenza e Ugo Bassi.
Il corteo si è poi diretto verso la Prefettura, dove si è registrato un breve momento di tensione quando la polizia ha cercato di impedire l’azione simbolica di alcuni manifestanti intenzionati a lasciare cassette di frutta e verdura per ricordare i braccianti migranti morti nei campi e nei ghetti. Davanti a Palazzo D’Accursio sono intervenute le educatrici in appalto: “I comuni sono complici degli appalti al ribasso. Vogliamo tutele, diritti, stipendi più alti, e una società più civile per tutti”. Un lavoratore della scuola ha invocato la riapertura dei plessi: “La scuola non è un parcheggio, è il luogo della crescita umana e culturale. Chiediamo una patrimoniale, e investimenti sull’istruzione”. Infine, i ciclofattorini sono tornati davanti al McDonald’s, bloccando lo sportello delle consegne: “Vanno fermati gli ordini, questo è uno sciopero proclamato da tempo e tutte le piattaforme ne erano conoscenze… Stasera non devono uscire consegne”.
> Audio raccolti all’Inps, al ministero del lavoro, al centro per l’impiego, all’Arena del Sole, a Zara e McDonald’s e intervento sull’Ivg
> Video sanzionamento McDonald’s
> Foto dalla piazza:
> Audio e video raccolti in prefettura: