Dal presidio convocato in piazza del Nettuno è partita una manifestazione che ha percorso via Indipendenza, via dei Mille, via Marconi e Ugo Bassi per tornare in piazza Maggiore: “Convergenza tra esperienze di lotta sul lavoro e per i diritti dei precari”, mentre chi semina odio “ancora una volta relegato fuori dal centro”.
La giornata del Primo maggio vede a Bologna anche una partecipata manifestazione che ha preso le mosse dal presidio convocato in piazza Nettuno da Riders Union con la partecipazione non solo di fattorini ma anche di operatrici/ori del sociale, lavoratrici/ori dello spettacolo, facchine/i della logistica e l’adesione di sigle come Làbas, Adl Cobas Emilia-Romagna, Brigate di Mutuo Soccorso, Saperi Naviganti (che ha raggiunto piazza Maggiore dopo un concentramento universitario chiamato in piazza Verdi) e Laboratorio Salute Popolare. Il corteo ha percorso via Indipendenza, via dei Mille, via Marconi e Ugo Bassi per tornare in piazza Maggiore. Una manifestazione lanciata dai riders che però “parla a tutta la città, che si riprende la piazza dal basso e in autonomia perchè siamo quelli che soffrono di più le conseguenze di questa crisi sanitaria”, creando un terreno di convergenza “tra esperienze di lotta sul lavoro e per i diritti dei precari”, dicono i manifestanti, reclamando “reddito per tutte/i, diritti, una sanità nuova, dal basso e di prossimità”. In più, oggi la città “ha respinto chi voleva fare di questa giornata un’occasione di odio”, visto che la manifestazione di estrema destra annunciata per oggi “ancora una volta è stata relegata fuori dal centro”.
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