Il servizio, nei più centrali immobili del Comune, è esternalizzato e il personale, assunto con il contratto nazionale multiservizi, è in agitazione da mesi. Adl Cobas: “Qui si parla di sfruttamento”.
“Basta retribuzioni da fame!”. Sono quelle denunciate da “addetti e addette ai lavori di pulizia e sanificazione degli edifici che la città conosce bene: Salaborsa, Archiginnasio, il museo di Storia medievale, Palazzo d’Accursio” con il sindacato di base Adl Cobas.
Il servizio, spiegano, è in appalto alla società Rekeep Spa, che ha assunto il personale con contratto multiservizi e pulizie, “un contratto che permette ad aziende come Rekeep, 14esima nella classifica delle aziende bolognesi per fatturato di arricchirsi sulle spalle delle lavoratrici, peraltro spesso sotto inquadrate! Alcune di noi sono inquadrate al primo livello che significa 5,50 euro netti l’ora”. Quasi il 25% in meno dei 9 euro lordi indicati dalla proposta di legge sul salario minimo affossata in parlamento dalla maggioranza di centrodestra. Una paga ancora più bassa dei 7 euro l’ora guadagnati per lavorare durante le serate in piazza San Francesco inserite nel cartellone di Bologna Estate, promosso da Comune e Città metropolitana, come questo giornale ha segnalato qualche mese fa. Il tutto senza nemmeno buoni pasto, sottolineano le/gli addette/i dell’appaltopulizie, reclamando “un lavoro e uno stipendio dignitosi, che non significa sicuramente spaccarsi la schiena per 45 ore la settimana, senza arrivare neanche a 1.200/1.300 euro”.
La settimana scorsa Adl Cobas ha proclamato lo sciopero, a cui ha aderito il 75-80% delle lavoratrici, nonosante “un clima non facile perché la responsabile le ha tampinate telefonicamente per intimare loro di andare a lavoro, cosa non prettamente corretta con uno sciopero proclamato”, denunciava il sindacato in presidio davanti all’ingresso del Comune: “C’è uno stato di agitazione aperto ormai da sei mesi: qui si parla di sfruttamento, fanno le pulizie nei principali immobili pubblici della città” eppure “sono invisibili”. L’obiettivo è ottenere “un contratto dignitoso, le indennità integrative fondamentali e rispetto sul luogo di lavoro” da parte di Rekeep, “che da parecchi mesi neanche si degna di aprire un’interlocuzione e una presa di parola da parte del Comune su un appalto di cui è direttamente responsabile”.