Al Sant’Orsola contagiati 41 operatori. Commercio, lavorano ancora in dodicimila. All’interporto il traffico cala di meno di un quinto. Sgb denuncia incertezze nella “riprogrammazione degli interventi educativi scolastici”. Università, Usb: “Estendere lavoro agile”.
Sono 70 i nuovi casi di positività al Coronavirus rilevati nel territorio metropolitano, per un totale che sale a 465, di cui 124 nell’imolese. Cinque le persone che hanno perso la vita. Complessivamente in Emilia-Romagna il conteggio è arrivato a 5.214 (+689), a fronte di 18.344 i campioni refertati. Sono 2.196 le persone in isolamento a casa, 260 i ricoverati in terapia intensiva (+13), 177 (+25) i pazienti guariti, di cui 19 risultati negativi in due test consecutivi. Salgono a 531 i decessi, 70 in più.
Nelle altre province: Piacenza conta 1.428 casi (+88), Parma 869 (+69), Rimini 691 (+78), Modena 663 (+88 in più), Reggio Emilia 608 (+194), Ravenna 185 (+32), Forlì-Cesena 227 (+56), Ferrara 78 (+14).
Stando a quanto si è appreso oggi da fonti sindacali, sono 41 gli operatori sanitari del Policlinico Sant’Orsola risultati positivi ai tamponi per Covid-19, su 300 eseguiti.
Fa discutere intanto, soprattutto in provincia, l’ordinanza regionale che limita passeggiate e spostamenti in bici, soprattutto per la vaghezza dell’indicazione di restare in “prossimità della propria abitazione”. Se, a quanto si apprende, qualche cittadino si è sentito rispondere dai vigili “300 metri”, il comune di Molinella ha fissato una distanza di 250 metri, e sarebbe in arrivo un provvedimento simile a San Lazzaro. Il sindaco di Valsmoggia Daniele Ruscigno pone invece l’accento sulla necessità di “preservare anche la salute ordinaria e la tenuta psicofisica delle persone. Anche valutando differenziazioni pensate a seconda delle specificità dei territori. In territori come il nostro, poco urbanizzati, in cui ci sono ampi spazi all’aperto, andarsene a fare un giretto in mezzo al bosco da soli non ha nessuna influenza sulla possibilità di trasmettere il virus”.
Iniziano a circolare i primi dati sugli effetti concreti delle limitazioni alle attività commerciali: a Bologna, secondo le stime di Inps e Camera di commercio, restano aperti 3846 punti vendita, e sono al lavoro 12.264 dipendenti. All’Interporto, il calo nel traffico dei camion in una settimana è calato del 18,5%.
Sgb torna a battere sull’incertezza nella “riprogrammazione degli interventi educativi scolastici”. Se il sindaco Virginio Merola, scrive il sindacato, “nelle settimane scorse, aveva assicurato alle lavoratrici e ai lavoratori dell’inclusione scolastica, dipendenti delle cooperative sociali, di non voler risparmiare soldi in virtù della chiusura delle scuole, ci si chiede come mai i quartieri (ai quali è demandata l’organizzazione del servizio) puntino a diminuire i monte ore d’intervento a cui hanno diritto, non solo gli educatori, ma anche gli utenti. Si sta cercando di demandare parte della tutela salariale agli ammortizzatori sociali che prevedono il pagamento all’80% delle retribuzione” e quindi “come può affermare il Sindaco di non voler risparmiare sui servizi scolastici se gran parte dei fondi sono erogati dall’istituto di previdenza? Cosa ne farà dei fondi già stanziati?”
Chiedendo un incontro urgente alla Regione, Sgb reclama di “riprogettare gli interventi con il ‘lavoro a distanza’ per il totale del monte ore contrattuale dell’educatore”, poi “nessuna riprogrammazione delle ore sugli interventi individuali, ai quale sarà garantito l’intero pacchetto di ore a loro già destinato, nei modi elaborati e rendicontati settimanalmente dalle educatrici” e infine di “prendere atto dell’impossibilità di procedere ad una riprogettazione che preveda lo svolgersi di servizi domiciliari a causa delle indicazioni contrarie date dai decreti precedenti per contenere il contagio”.
Passando all’università, “quelli che stiamo vivendo come lavoratori” dell’Alma Mater “sono giorni tutt’altro che ordinari – scrive Usb – e di fronte a condizioni straordinarie, chiediamo che l’ateneo intervenga con misure straordinarie ed innanzitutto adeguate soprattutto per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori”. Tra queste il lavoro agile emergenziale, ma “ci interroghiamo sul numero dei colleghi che potranno effettivamente accedere a tale modalità di lavoro sul totale dei quasi 3 mila dipendenti Unibo. La nostra richiesta è che venga estesa a tutti”. In seguito a una diffida inviata nei giorni scorsi, l’amministrazione dell’ateneo “si è decisa ad ampliare notevolmente la platea dei colleghi” del personale tecnico amministrativo “che possono accedere allo smartworking”, ma “402 colleghi ancora in servizio negli uffici e nelle strutture di Unibo ci sembra un numero ancora troppo alto”.
Il sindacato inoltre riferisce di aver appreso in una riunione con l’amministrazione di un caso di positività in una struttura dell’Alma Mater: “Abbiamo chiesto che l’Amministrazione segnali il dipartimento in questione al personale, in modo chi vi si è recato per caso negli ultimi giorni sia consapevole ed allertato (sarebbe altrimenti più arduo ricostruire la catena dei contatti e contribuire a mettere in sicurezza tutti, contenendo il contagio il più possibile)”.
“Non concordiamo – scrive inoltre Usb – sul fatto che il dg ha specificato che chiederà ai responsabili di procedere alla programmazione delle ferie per l’intero 2020, non solo per le ferie maturate negli anni precedenti, ma anche per quelle di competenza dell’anno in corso. È assurdo che di fronte all’incapacità dell’Ateneo di mettere a disposizione dei lavoratori gli strumenti necessari o a dotarsi di un’organizzazione capace di affrontare l’emergenza, si faccia ricadere sui lavoratori ogni onere, imponendo anche la fruizione di ferie e permessi”.