Produsse un manifesto a difesa di una lavoratrice antifascista: decreto di condanna per l’associazione Bianca Guidetti Serra | Sgb: BolognaFiere “continua a ridurre il personale di manifestazione sostituendolo inesorabilmente con lavoratori in appalto, esclusivamente per ridurre i costi del lavoro” | Usb: condanne confermate in appello per la contestazione a Renzi in Montagnola nel 2015.
Nel 2019, dopo una manifestazione antifascista convocato per contestare la presenza di Forza Nuova in città, il sindaco Pd del Comune di Casalecchio avviò un procedimento disciplinare nei confronti di una dipendente della stessa amministrazione, nonché delegata sindacale, che aveva partecipato alla protesta. L’Associazione Bianca Guidetti Serra produsse un manifesto a sostegno della donna e ora, a due anni di distanza, a carico della stessa associazione è arrivato “un decreto penale di condanna per diffamazione, per aver difeso una lavoratrice che, per inciso, a seguito della diffusa solidarietà degli ambienti antifascisti bolognesi, ha ricevuto solo una ‘lieve’ censura”. Lo riferisce l’associazione insieme al sindacato Sgb, promettendo: “Andiamo avanti consci di avere ragione da vendere e senza chinare la testa di fronte all’arroganza!”.
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Il gruppo BolognaFiere “continua a ridurre il personale di manifestazione sostituendolo inesorabilmente con lavoratori in appalto, un’operazione fatta esclusivamente per ridurre i costi del lavoro considerati troppo alti a favore di esternalizzazioni/appalti dove i lavoratori e le lavoratrici sottopagate attraverso contratti (non pirata ma firmati dai ‘maggiori sindacati rappresentativi’ Cgil Cisl e Uil) che prevedono quattro euro
all’ora”, segnala l’Sgb in un intervento preparato per partecipare “virtualmente” ieri ad un evento elettorale del Pd incentrato sull’economia del territorio. “Un meccanismo che oltre a peggiorare di molto la qualità del lavoro dei pochi lavoratori a tempo indeterminato rimasti diretti del gruppo- continua il sindacato- sta di fatto eliminando i precari da 20 anni (grazie alla stagionalità degli eventi) che, nonstante avrebbero la priorità, si vedono scippare il lavoro dai lavoratori in appalto che costano meno”.
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Ieri la Corte d’Appello di Bologna “ha confermato quasi nella sua totalità la condanna nei confronti di un sindacalista Usb e di tante e tanti che il 3 maggio 2015 avevano contestato Matteo Renzi in Montagnola in occasione della chiusura della Festa dell’Unità”, riferisce l’Usb: “Matteo Renzi che era al tempo presidente del Consiglio di un governo che si è macchiato – per fare piccoli ma significativi esempi – delle controriforme che più hanno smantellato i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, tanto duramente conseguiti in decenni anni di lotte sindacali. governo che ben prima di Salvini aveva emanato norme di contrasto all’immigrazione e liberticide. Il 3 maggio 2015 si verificava l’ennesima prova di forza del Partito Democratico e del suo precedente leader Matteo Renzi, chiusi nel parco della Montagnola blindato da un imponente dispiegamento di forze dell’ordine (almeno 200 in tenuta antisommossa) che ha violentemente caricato un presidio di legittima contestazione che si svolgeva appena fuori, i cui partecipanti hanno poi dovuto subire processi e condanne. Usb è complice e solidale con i tanti colpiti dalla repressione”.