I lavoratori di Ubm e l’Usb hanno raggiunto “un accordo aziendale teso a migliorare le condizioni di lavoro, ma è solo l’inizio” | Nei giorni scorsi “battitura solidale con i/le detenuti/e alla sede del Provveditorato Emilia Romagna-Marche” | Cobas: terzo sciopero al magazzino delle spese a domicilio Coop | Allerta smog in tutta la regione.
“I bike messengers di Ubm bologna e l’Usb aprono la strada per la dignità dei lavoratori in bici”, scrive la Federazione del sociale Emilia-Romagna: “I lavoratori di Ubm Bologna assieme all’Unione Sindacale di Base hanno raggiunto un accordo con l’azienda teso a migliorare le condizioni di lavoro, per il riconoscimento di un aumento salariale e di una rinnovata etica del lavoro. Con questo risultato abbiamo dimostrato che conquistare migliori condizioni di lavoro non è solo auspicabile ma possibile. Ci siamo mossi uniti nella richiesta di migliori condizioni di lavoro al fine di tutelare la nostra salute e difendere la nostra professionalità, oltre che di una più giusta retribuzione”. Ciò che è stato raggiunto “non era di certo scontato”, segnala la Federazione: l’accordo con l’azienda di prediligere contratti di lavoro subordinato; un avanzamento contrattuale più adeguato alle mansioni svolte che nella totalità ha prodotto un trattamento economico-salariale migliore rispetto a quello precedente; miglioramenti in termini di sicurezza con vestiario adeguato garantito dall’azienda e manutenzione dei mezzi in capo all’azienda per svolgere al meglio la nostra professione. “Questo è solo l’inizio del nostro percorso”, aggiunge la Federazione.
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Giovedì 18 febbraio “una trentina di compagni e compagne si sono recate sotto la sede del Provvedimento regionale dell’amministrazione penitenziaria di Bologna in viale Vicini 20”, riferisce un comunicato a firma Nemiche e nemici dello Stato. L’obiettivo era “riportare l’attenzione sulla responsabilità dei piani alti nella strage di Stato perpetrata nelle carceri italiane durante le rivolte di marzo 2020. Infatti, come ben sappiamo, alle rivolte scoppiate per la richiesta di cure e libertà in tempi di pandemia, la risposta data da parte delle autorità è stata di pestaggi, spari ed abusi, che han mietuto 14 morti. Morti classificate come morti per overdose da metadone ma che le numerose testimonianze dei detenuti uscite durante quest’ultimo anno dicono e ricordano chiaramente chi è Stato ad uccidere”. Un secondo motivo “è legato al fatto che il Prap di Bologna ha la competenza della macro regione che comprende l’Emilia Romagna e le Marche. Quindi non solo ha delle responsabilità per le morti avvenute nelle carceri di Modena e Bologna tra l’8 e il 9 marzo, ma anche per le ritorsioni che in modo differente si stanno perpetrando contro i 5 detenuti che a novembre hanno presentato un esposto alla procura di Ancona raccontando la verità sulle torture avvenute nel carcere di Modena dove si trovavano a marzo del 2020 e della morte di Sasà Piscitelli, lasciato morire in cella a seguito del trasferimento. Essi si trovano rinchiusi in cinque carceri diverse tra l’Emilia Romagna e le Marche, ed è molto recente la notizia che Mattia, detenuto ad Ancona, sta subendo forti intimidazioni e pressioni per essere spinto a ritrattare sulla verità che ha raccontato essendo il compagno di cella di Sasà”. Di fronte ad un “ingente dispiegamento di Digos e sbirri in antisommossa, si sono quindi susseguiti interventi e la diffusione di alcune testimonianze delle parenti i cui cari hanno vissuto l’abuso della divisa sulla propria pelle, intervallati da lunghe battiture per disturbare i piani alti e far tremolare le finestre di quegli infami uffici. Dopo circa un’ora, il gruppo di compagne/i si ha occupato i viali spostandosi verso via del Pratello, dove con volantinaggi, interventi e cori si è colta l’attenzione delle numerose persone incontrate che hanno mostrato interesse e risposto con applausi. Il corteino si è poi fermato sotto il carcere minorile, ubicato nella stessa via, per portare un caloroso saluto solidale ai ragazzi lì rinchiusi, prima di sciogliersi in Piazza San Francesco con un ultimo intervento”.
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Oggi terzo sciopero in due mesi nel magazzino Digitail di Castel Maggiore, convocato dai Cobas tra i dipendenti della Logitech impiegati nella gestione della spesa a domicilio della Coop. L’azienda “sta esagerando, le minacce continuano, non sopporta che ci sia una lotta di facchine/facchini per migliorare le loro condizioni di lavoro/salario/sicurezza, discrimina chi sciopera e i delegati sindacali, permette che scoppino litigi nel magazzino, cerca così il pretesto di fare provvedimenti disciplinare e arrivare a licenziare chi lotta”, scrive il sindacato.
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Di nuovo allarme smog in Emilia-Romagna: sono scattate da oggi e fino a lunedì le misure emergenziali previste dalla piano regionale antinquinamento, sulla base delle previsioni di superamento dei valori limite giornalieri delle polveri Pm10: l’allerta riguarda tutte le province.