Per Patrick Zaky altri 45 giorni di detenzione cautelare, ieri la sua prima comparizione in Tribunale | Noi Restiamo e Universitari contro apertheid intervengono su incontro Bonaccini-ambasciatore israeliano | Morto un operaio in una cava in zona Noce.
È stata prolungata di altri 45 giorni la detenzione cautelare di Patrick Zaky, il ricercatore dell’Alma Mater arrestato al Cairo l’8 febbraio scorso con l’accusa di sedizione e detenuto nel braccio di massima sicurezza del carcere di Tora. Lo riferiscono fonti interne all’Egyptian initiative for personal rights (Eipr), ong con cui lo studente e attivista dei diritti umani collabora. E scrivono le/gli attiviste/i della campagna Patrick Libero: “Dopo quasi cinque mesi di mancata comparizione davanti ad un procuratore o ad un giudice, speravamo che la sua prima comparizione di persona ieri davanti al tribunale avrebbe portato ad una decisione positiva, ma purtroppo ci siamo sbagliati e la sua ingiusta detenzione sarà prolungata. Rinnoviamo la nostra richiesta per il suo immediato rilascio, che la Procura di Sicurezza dello Stato ha il diritto di decidere in qualsiasi momento”.
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Venerdì il presidente della Regione Stefano Bonaccini ha incontrato l’ambasciatore israeliano e discusso “possibili collaborazioni” in campo tecnologico, sanitario, commerciale e accademico. “Bonaccini e Università di Bologna complici di Israele”, commenta Noi Restiamo, ricordando che le ultime sono state “settimane di sangue”, tra “l’annessione militare violenta” di parte della Cisgiordania, le bombe su Gaza e la demolizione di un centro anti-Covid a Hebron. Rispetto all’Università, il collettivo sottolinea di aver sempre denunciato gli accordi con Israele, a fianco degli Universitari contro L’apartheid israeliana, che a loro volta ne dettagliano quattro per complessivi 25 milioni di euro: progetti “che possono essere convertiti per scopi militari”. “Nulla di positivo può nascere da accordi di interesse con chi quotidianamente calpesta le vite degli altri”, aggiungono, invitando a “boicottare Israele, a ogni livello, su ogni forma”.
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Ancora una decesso sul lavoro. Vittima un operaio 42enne, morto dissanguato venerdì in una cava in zona Noce: secondo le prime ricostruzioni, si sarebbe ferito al collo dopo aver perso il controllo del flessibile con cui stava lavorando.