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Misure cautelari per 12 persone, Split e un’aula del 38 sotto sequestro

Per una studentessa ed uno studente divieto di dimora in città. Il Cua lancia un presidio solidale per domani alle 18 in piazza Verdi: “La rabbia non ci toglie sorriso e determinazione”. Lepore: “Apprezziamo il lavoro della Procura”. Il rettore: “Provvedimenti disciplinari? Verificheremo”.

07 Febbraio 2023 - 16:10

“Questa mattina una grossa operazione di polizia si è svolta in città, bussando alle case di dodici compagne e compagni con notifiche di misure cautelari, sequestri di telefoni e computer, la perquisizione e il sequestro di Split e di un’aula in via Zamboni 38 assegnata da anni dall’Università”, fa sapere il Cua aggiungendo che “le accuse contestate sono per vari episodi avvenuti durante il periodo della grande manifestazione ‘Convergere per Insorgere’ del 22 ottobre scorso, tra l’occupazione simbolica dello studentato di lusso Beyoo di metà ottobre e la manifestazione ‘Vogliamo una vita bella’ di metà novembre. Uno studente e una studentessa di Bologna oltre alle perquisizioni dovranno da questa sera lasciare la città con un divieto di dimora, mentre negli spazi sociali sono stati sequestrati dei pericolosissimi materiali: striscioni, fumogeni, casse musicali, vernice, megafoni”.

Per il collettivo “questa operazione repressiva si inscrive in un clima di complessivo indurimento del periodo che viviamo, tra le ripercussioni economiche e di disciplinamento sociale sui nostri territori dell’escalation bellica in Ucraina, la cappa plumbea imposta dal governo Meloni, i continui attacchi a militanti e movimenti da Napoli alla Val di Susa, da Piacenza al Veneto, una serie continua di crisi. Non stupisce dunque che si colpiscano compagne e compagni generosi, attaccate sostanzialmente per l’essere attive e attivi in una politica di movimento e di lotta. Non stupisce che vengano sequestrati spazi di libertà e di organizzazione autonoma con improbabili castelli giuridici. Non stupisce… ma fa tanta rabbia. Una rabbia che non ci toglie però il sorriso e la determinazione, fiere e fieri di portare avanti una mobilitazione collettiva per una vita bella, contro i soprusi dei ricchi e degli inquinatori, per la giustizia sociale e contro una società vecchia, violenta e decadente. Lo diciamo chiaro e tondo: con questi attacchi non ci fate paura, siamo nel giusto e oggi come ieri… Ai nostri posti ci troverete! Verso nuove convergenze, verso nuove insorgenze… Ce n’est qu’un début, continuons le combat! Invitiamo la città solidale a un presidio di solidarietà per domani alle 18 in piazza Verdi, per la cessazione  immediata delle misure cautelari e per il dissequestro immediato di Split e dell’aula in via Zamboni 38”.

Secondo le informazioni fatte circolare dagli inquirenti, le 12 misure cautelari consistono in due divieti di dimora e dieci obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Le accuse riguardanti la manifestazione del 10 novembre, nel corso della quale fu esposto un fantoccio di Giorgia Meloni, sono: vilipendio, minaccia aggravata, violenza privata aggravata, resistenza aggravata a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento e accensione di fumogeni. Per l’occupazione dello studentato di via Serlio ha portato invece alla contestazione dei reato di invasione arbitraria di terreni o edifici ed violenza privata in concorso.

“Abbiamo rispetto per il lavoro delle forze dell’ordine, quindi lasciamo che le indagini proseguano”, ha commentato il sindaco Matteo Lepore: “Apprezziamo il lavoro che la Procura sta facendo perchè non bisogna lasciare nulla al caso. Credo che in questo momento le istituzioni a Bologna siano molto unite e stiano lavorando benissimo”.

Ha dichiarato il rettore dell’Alma Mater, Giovanni Molari: “Siamo stati informati delle azioni che ha fatto la Questura, noi stiamo seguendo i fatti e offriamo come sempre massima collaborazione alle forze dell’ordine”. E sulla possibilità che ci siano provvedimenti disciplinari da parte dell’Ateneo nel caso di studenti coinvolti, afferma il rettore: “Verificheremo”, in ogni caso “si sta parlando di azioni fatte dalla magistratura su fatti che in gran parte si sono svolti all’esterno dell’Università”.