Una manifestazione plurale e partecipata questa mattina da piazza dell’Unità fino al Pratello R’Esiste. Al termine della lunga giornata ricca di iniziative gli antifascisti si rimettono in cammino, raggiungendo il Sacrario dei Partigiani.
Per il secondo anno consecutivo, centinaia di persone hanno preso parte al corteo del 25 aprile promosso da diverse realtà autogestionarie e di lotta, attraversando il centro cittadino da piazza dell’Unità a piazza San Rocco e confluendo poi nella giornata di Pratello R’Esiste.
Aperto dagli striscioni “La Resistenza è Liberazione” e “Col fascismo non si discute, lo si distrugge”, la manifestazione era composta da diversi spezzoni tematici: uno femminista, uno del movimento per la casa e degli occupanti, e ancora i No Border, i gruppi di sport popolare, i punk-skinhead-straight edge, i no-war della campagna Eurostop. Dalla Bolognina i manifestanti hanno raggiunto la Stazione ferroviaria, il cui ingresso è stato simbolicamente chiuso con rotoli di cellophane per denunciare le negazioni della libertà di movimento e del diritto d’asilo che vanno moltiplicandosi in Europa. Poi sono ripartiti lungo viale Pietramellara e via Indipendenza, al termine della quale un cospicuo dispiegamento di polizia, con blindati e cordoni di agenti in antisommossa, ha reso impossibile avvicinarsi al Sacrario dei Partigiani, luogo della commemorazione istituzionale. Il corteo ha quindi raggiunto via del Pratello percorrendo in via Ugo Bassi e piazza San Francesco.
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Oggi si registrano anche un blitz con attacchinaggio di manifestini messo in atto da Sgb alla sede elettorale di Virgilio Merola, che sceglie il 25 aprile per contrastare “il fascismo sindacale del Sindaco e dei sindacati di regime vecchi e nuovi!”. A Imola, intanto, in piazza gli attivisti di Brigata 36: “Abbiamo deciso di concludere in questo giorno così significativo la raccolta firme contro il neofascismo, promosse insieme a tante altre realtà imolesi. La città ha dato un riscontro concreto, esprimendosi contro la vergognosa presenza di neofascisti nella nostra città. Cambiare il regolamento comunale affinché tenga conto dell’importanza dell’antifascismo, come richiesto dall’appello per cui abbiamo raccolto le firme, non è impossibile! Basterebbe la volontà politica di prendere una posizione chiaramente antifascista”.
In serata un nuovo corteo ha chiuso la giornata di Pratello R’Esiste: accompagnato dalla musica della Banda Roncati è arrivato al Sacrario dei Partigiani in piazza del Nettuno.
Sul palco di piazza San Rocco, al termine del corteo di questa mattina, erano intervenuti tra gli altri Social Log (“Contro la guerra tra poveri i valori partigiani e la resistenza vivono in ogni casa occupata”, la sintesi affidata a Facebook), il Cispm che ha ricordato la vicenda di via Fantoni, e un attivista del Nodo Sociale Antifascista, che ha fatto riferimento alla strage del 2 agosto ricordando come essa e le altre di quegli anni “contribuirono a reprimere il movimento operaio e studentesco: il loro scopo era quello di spaventare, di manipolare l’opinione pubblica, di promuovere con la violenza un ‘ritorno all’ordine’. E quei crimini sono effettivamente serviti per costruire un mondo più ingiusto, ipocrita e violento. Quella violenza non è mai scomparsa, ma si è diffusa, trasformata, affinata, per essere più efficace e più pervasiva. È iscritta in una politica sempre più feroce e sempre più impunita, la cui ipocrisia è un oltraggio alle vittime e alla verità storica. È insita in una cultura autoritaria, nazionalista e neocoloniale promossa dallo Stato, che non ha mai smesso di generare morte e dolore. E’ in quelle istituzioni ‘democratiche’ che considerano omofobia, sessismo e razzismo come ‘opinioni’ a cui va garantito spazio e agibilità pubblica. È nelle forze dell’ordine che continuano a mostrarsi acquiescenti e talora conniventi con le azioni squadriste dei neofascisti e con le provocazioni di integralisti cattolici, leghisti o criptofascisti. È nella violenza degli sgomberi, degli sfratti e dello sfruttamento sempre più esasperato, che uccide le persone più fragili e marginali. Proprio le tante violenze e bugie di Stato ci consegnano oggi un paese impaurito, corrotto, ipocrita, perbenista, razzista, sull’orlo ormai di uno sfacelo civile senza ritorno. Oggi, anno 2016 di un mondo sotto lo scacco della devastazione capitalista e in preda alla spirale della guerra perpetua, una nuova Resistenza è necessaria, una nuova liberazione è possibile”.