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L’alleanza tra le lotte ambientali: “Verso una grande mobilitazione autunnale” [foto]

Ieri partecipata assemblea cittadina a Làbas e diverse iniziative in cantiere per le prossime settimane, con l’obiettivo di “ripensare a una Bologna radicalmente ecologica, vivibile ed equa per chi ci vive”, segnando “una discontinuità radicale con il modello di sviluppo fin qui percorso rivelatosi insostenibile”.

14 Settembre 2020 - 13:46

Partecipata assemblea cittadina delle lotte ambientali, ieri a Làbas, organizzata per costruire “una grande mobilitazione autunnale” che risponda alla necessità di “ripensare a una Bologna radicalmente ecologica, vivibile ed equa per chi ci vive. Negli ultimi anni si sono moltiplicati i comitati, le associazioni e le realtà autogestite che si battono sui temi ambientali, sia sull’onda dei movimenti globali che con uno sguardo e un’attenzione a specifici conflitti territoriali locali: è possibile immaginare la convergenza di queste lotte per un’altra idea di città e di sviluppo? Noi crediamo di sì”, recita l’appello per l’assemblea veicolato sui social da realtà come Ex caserma Mazzoni bene comune, CampiAperti, Utr Ecologia politica, Làbas, Aria Pesa, Extinction Rebellion, Rigenerazione No Speculazione, Fridays for future, Amo Bologna.

Nel corso della discussione sono state rilanciate diverse iniziative già in programma e altre sono state proposte con l’occasione. Per fare alcuni esempi: una biciclettata il 25 settembre, una protesta in Consiglio comunale il 28, il Climate strike del 9 ottobre e una manifestazione cittadina il 17. “Se ancora avessimo avuto dei dubbi, il Covid-19 con il suo carico di morte ha reso ancor più evidente l’impatto dell’inquinamento, della cementificazione e del consumo di suolo sulle nostre esistenze e sulla vita dell’intero pianeta”, hanno scritto le realtà promotrici dell’assemblea svoltasi ieri. “Non c’è più tempo: occorre segnare una discontinuità radicale con il modello di sviluppo fin qui percorso rivelatosi insostenibile. I segnali in questo senso non sono confortanti: la ricetta per far fronte al crollo del Pil è la corsa alla apertura dei cantieri di opere più o meno o del tutto inutili, favorita dall’abbattimento delle regole sugli appalti a colpi di Decreti Legge. Niente di nuovo sotto il sole: via libera a speculazione, estrazione predatoria di risorse e privatizzazione dei beni comuni. Anche a Bologna non si vedono all’orizzonte le annunciate ‘rivoluzioni green’ e nemmeno la messa in campo di azioni coerenti con la ‘dichiarazione di emergenza climatica’ votata dal Consiglio Comunale il 30 settembre 2019, rimasta al momento un’azione simbolica quanto rischiano di esserlo gli obiettivi ambiziosi del Pug (Piano Urbano Generale) e del Pums (Piano Urbano Mobilità Sostenibile). Non bastano certo in questo senso le iniziative di ‘urbanismo tattico’ in Piazza Rossini e gli investimenti sull’ampliamento dei percorsi ciclabili. Sulle grandi partite decisive per il futuro della città, infatti, i nodi vengono al pettine. C’è una contraddizione in termini tra l’affermare da un lato di voler rendere Bologna una ‘città resiliente’, azzerare il consumo di suolo, ridurre del 40% le emissioni entro il 2030 (addirittura arrivare allo 0% secondo la dichiarazione di emergenza climatica) , trasformare 440.000 spostamenti dalle auto private a mezzi sostenibili e dall’altro spingere sull’acceleratore per la realizzazione di grandi opere che aumenteranno l’inquinamento,come il Passante, e di giganteschi progetti speculativi di cementificazione (in una città che già l’anno scorso contava 7.000 appartamenti sfitti) come quelli previsti per l’ex Caserma Mazzoni (la cui realizzazione prevede il taglio di centinaia di alberi) e le altre ex aree demaniali. Nemmeno sull’Aeroporto Marconi, duramente colpito dalla crisi, sembra esserci il coraggio di cogliere l’opportunità di rovesciare un modello ‘mordi e fuggi’ rivelatosi fragile con la pandemia e già insostenibile per l’ambiente ma anzi, si persiste persino con la pantomima dell’eterno collaudo del People Mover”.

> Le foto inviate a Zic da Gianluca Rizzello: