Con presidio in piazza Maggiore, Usb Lavoro privato: : “Scioperiamo per migliorare le condizioni di lavoro e per migliorare la qualità di un servizio essenziale e fondamentale”. Braccia incrociate, negli ultimi giorni, anche per le/i lavoratrici/ori in appalto della Philip Morris.
Sciopero delle/i lavoratrici/ori dell’accoglienza, per tutta la giornata di oggi, con presidio in piazza Maggiore. Decisione arrivata “dopo la proclamazione delle stato di agitazione che ha imposto un percorso di confronto alla cooperativa Arca di Noè, dopo numerosi incontri intercorsi tra il sindacato e la cooperativa presso la Prefettura e presso Confcooperative”, spiega Usb Lavoro privato: “Nonostante qualche tiepida e informale apertura da parte della cooperativa, non vi sono gli elementi necessari per concludere positivamente questa vertenza. L’ultimo incontro presso la sede di Confcooperative ha visto la cooperativa ammettere, solo a parole, un ravvedimento per quanto riguarda l’applicazione scorretta del contratto territoriale, nello specifico sulla corresponsione del ‘buono pasto’. Da parte aziendale rimane la disponibilità a parole di continuare il confronto rifiutando però di firmare un verbale di incontro dove riportare le opinioni e dove ci si impegna al confronto sui temi proposti da lavoratrici e lavoratori. Le buone parole e le finte rassicurazioni non rasserenano gli animi all’interno della cooperativa. Da anni va avanti un percorso di sindacalizzazione per richiedere l’applicazione corretta dei contratti collettivi nazionali e territoriali. Contratti che, ribadiamo, sono stati firmati da Cgil, Cisl e Uil al ribasso sulla pelle di chi lavora e che nonostante tutto non vengono neanche applicati correttamente dalle cooperative del consorzio”.
Il sindacato di base chiede “l’applicazione immediata di questi istituti previsti dai contratti: buoni pasto per tutte e tutti le/i dipendenti assieme agli arretrati degli ultimi anni; utilizzo delle 150 ore retribuite per il diritto allo studio; pagamento delle ore straordinarie quando effettuate nell’orario di reperibilità; eliminazione delle forme spurie contrattuali che vanno dai finti apprendistato alle p-iva fino alle lettere di incarico e assunzione diretta e stabilizzazione dei lavoratori con contratto di apprendistato, p-iva o lettere di incarico. Scioperiamo per migliorare le condizioni di lavoro e per migliorare la qualità di un servizio essenziale e fondamentale, in questa fase storica dove dominano le guerre. Il sistema di accoglienza ai rifugiati diventa nuovamente centrale nonostante i decreti Minniti e Salvini l’abbiano azzoppata, scendiamo in piazza per ribadire il punto di vista dei lavoratori e delle lavoratrici dell’accoglienza. Contrastiamo le logiche che vedono profughi di serie A e profughi di serie B, contrastiamo anche la logica del profitto che imperversa nei servizi in appalto di Asp città di Bologna”.
Quello di oggi è uno sciopero “riuscito”, riferisce poi il sindacato dopo il presidio: “In molti lavoratori e lavoratrici hanno aderito allo sciopero e sono scesi in piazza. Al presidio era presente anche una nutrita delegazione di operatori dell’accoglienza di diverse cooperative. In piazza abbiamo ribadito la necessità del rispetto dei contratti e dei diritti in tutto il settore dell’accoglienza. Basta salari bassi, par time obbligatori, straordinari non pagati, banca ore e buoni pasto negati. Una delegazione è sta accolta dal coordinamento relazioni sindacali del comune di Bologna. È stata espressa la necessità, più volte già sollecitata all’amministrazione, di costruire un tavolo per delineare un patto per il welfare volto a stabilire un perimetro di lavoro comune per tutti i lavoratori, al fine di restituire ai professionisti del settore una giusta retribuzione. Abbiamo sollecitato l’amministrazione a controllare e verificare come vengono gestiti i bandi e gli appalti da parte delle cooperative. A breve verrà calendarizzato un incontro sul sistema dell’accoglienza con l’assessore al Welfare e la delegata al terzo settore. Abbiamo chiarito che le carte dei diritti piene di proclami sono utili solo a logiche politiche. Il patto per il welfare può nascere solo dai posti di lavoro, nella sedimentazione delle lotte e delle vertenze messe in campo negli ultimi anni. I lavoratori e lavoratrici hanno bisogno di cambiamenti materiali dopo anni di lavoro in condizioni di sfruttamento e ricattabilità. La mobilitazione continua è tempo dei diritti”.
Sempre Usb Lavoro privato, inoltre, nei giorni scorsi ha indotto uno “sciopero fino a revoca” delle/i lavoratrici/ori della Iss Facility service, impiegate/i in un appalto multiservizi negli stabilimenti di Crespellano e Zola della Philip Morris, dopo la rottura delle trattative per il contratto integrativo. “Nel sito produttivo della cosiddetta industria 4.0 e dell’Academy per l’alta formazione, inaugurata nei giorni scorsi ed esaltata da istituzioni locali e Confindustria, le ricette applicate in particolare negli appalti in realtà sono sempre le stesse: bassi salari e lavoro povero”, scrive il sindacato, spiegando che la direzione Iss “è giunta al tavolo con delle proposte di gran lunga peggiorative rispetto alle aperture che avevamo registrato negli incontri delle scorse settimane. Iss, oltre a comunicare la non volontà da parte di Philip Morris di essere parte attiva nella trattativa, ha chiuso totalmente le porte al riconoscimento di un salario strutturale aziendale, elemento irrinunciabile per i lavoratori Iss, già alle prese con una condizione di bassi salari aggravata dall’aumento dei costi energetici e dal carovita degli ultimi mesi”.