Ieri sera, durante la “parade per una vita bella”, partecipata da “più di cinquemila persone”, scrive Split. “Sanzionamenti” anche contro Eni, Hera, Camplus e provveditorato: “Incredibile giornata di lotta, di divertimento, di contestazione alla guerra dei padroni”.
“Un luogo di oppressione e di perpetuazione di istanze che da ormai più di 2000 anni ci relegano in un ruolo che non ci appartiene, che ci vuole sottomesse, che ci vuole proprietà di qualcuno, che ci vuole pure e caste se non per soddisfare gli appetiti del nostro stesso oppressore”. Questo rappresenta per il Laboratorio Cybilla la Cattedrale di San Pietro, davanti alla quale ha fatto tappa la “Parade per una vita bella” di ieri sera. Le attiviste hanno tracciato una grande scritta viola davanti all’ingresso: “Il corpo è mio”. Hanno inoltre dato via a una performance, durante la quale hanno sporcato di vernice rossa e stracciato le vesti bianche che indossavano: “Ci spogliamo dal ruolo che ci hanno da sempre cucito addosso, il nostro sangue esiste e sul nostro corpo decidiamo noi!”.
Spiega ancora Cybilla: “Più volte abbiamo ribadito quanto il nostro sangue mestruale ci costi caro: gli assorbenti sono un bene di lusso e per utilizzarli dobbiamo nasconderci, il nostro sangue vi fa paura, i nostri corpi liberi, dissidenti, non conformi e osceni vi fanno paura e oggi davanti a questa chiesa li rimettiamo al centro; la società ci vuole in questi panni: madre, moglie, figlia obbediente, ma a noi questi vestiti ci stanno stretti, li deturpiamo, li deturpiamo col rosso del nostro sangue, quello che da sempre ci avete costretto a nascondere. Non accettiamo che l’unico sangue che per loro è normale sia quello che perdiamo quando ci ammazzano di botte, non accettiamo l’esistenza di un’istituzione che non ci lascia decidere sui nostri stessi corpi”.
“In più di cinquemila”, scrive Split al termine della parade, “a suon di musica, abbiamo invaso le strade della città, sanzionando luoghi simbolo di devastazione e crisi, restituendo per qualche ora a tutta la città l’immensa portata di sogni e desideri che nel corso dell’ultimo abbiamo immaginato collettivamente a Split”. Oltre all’azione alla Cattedrale, le altre tappe del corteo, accompagnate da scritte a spray e lanci di vernice, sono state allo studentato privato Camplus (“Il lusso lo vogliamo, ma per tutt3!), a Hera, a un distributore Eni (“le grandi multinazionali devono pagare la crisi causata dai loro modelli di sfruttamento e depredamento dei territori, non noi!”), il provveditorato (“luogo dove il sistema scolastico sfruttatore e mortifero si riproduce costantemente“). Lungo il percorso sono state incendiate alcune bandiere di Israele: “Abbiamo deciso di esprimere nuovamente, all’alba del 74esimo anniversario della Nakba – data in cui incomincia l’occupazione dei territori palestinesi da parte delle forze militari israeliane, con alle spalle l’approvazione Nato di forte matrice statunitense -, il nostro dissenso nei confronti di questo conflitto. La nostra rabbia è ancora più forte dopo la drammatica notizia che stamani è arrivata dal fronte della Cisgiordania, dove è stata assassinata la giornalista Shireen Abu Akleh mentre svolgeva il suo lavoro di reportage sul campo”. In via Irnerio è stata tracciata a vernice sull’asfalto la scritta “Split ovunque”, la parade è infine terminata in piazza VII agosto.
“Si sono esibite decine di artist3, con le quali nell’ultimo anno ci siamo conosciute e divertite, e per noi era imprescindibile attraversare e vivere questa giornata insieme a tutte loro – aggiunge Split – È stata un incredibile giornata di lotta e divertimento, di contestazione alla guerra dei padroni, contro cui continueremo ad opporci quotidianamente, di un urlo collettivo che lancia un messaggio chiaro: vogliamo una vita bella per tutt3! Vi assicuriamo che è solo l’inizio: porteremo split Ovunque!”.