Acabnews Bologna

“Fermare la violenza strutturale e istituzionale contro i corpi migranti”

Ieri Adl Cobas, Ya Basta, Tpo e Làbas in presidio davanti alla Prefettura: contro la sanatoria disciminatoria del governo, a sostegno di ‘Black lives matter’ e verso il corteo regionale indetto per sabato da diverse realtà di base. Nello stesso giorno, Coordinamento Migranti manifesterà “per unirci alle lotte che a Parigi chiedono documenti e regolarizzazione!”.

16 Giugno 2020 - 17:05

Ieri pomeriggio, nonostante la pioggia, ha avuto luogo davanti alla prefettura un presidio indetto da Adl Cobas, Ya Basta, Tpo e Làbas in solidarietà alla lotta del movimento Black Lives Matter e contro la “sanatoria discriminatoria e truffa” contenuta nel decreto Rilancio. “Da due settimane abbiamo attivato un servizio di help line per supportare i migranti interessati da questo provvedimento e già in due settimane abbiamo ricevuto più di 150 richieste”, spiegano gli attivisti. Sono bastati pochi giorni per “vedere tutti i difetti di questo provvedimento, necessario ma insufficiente e che escluderà centinaia di migliaia di persone che hanno problemi con il permesso di soggiorno. Vogliamo affermare ‘Black lives matter’, per fermare la violenza strutturale e istituzionale contro i corpi migranti, garantire una casa a tutti, lottare per un permesso di soggiorno slegato dalla condizione lavorativa e per la regolarizzazione permanente delle e dei migranti”. Analoghe manifestazioni si sono svolte in contemporanea a Rimini e Reggio Emilia, e la mobilitazione proseguirà con un corteo regionale per “salute, soldi e diritti” indetto insieme a diverse altre realtà di base per sabato pomeriggio dalle ore 16

Sempre sabato pomeriggio, ma dalle 18, si terrà in piazza Nettuno un nuovo presidio indetto dal Coordinamento Migranti: “La violenza non è solo un ginocchio sul collo. La violenza è nei centri di detenzione in Libia e Turchia, sulle acque del Mediterraneo e sui confini orientali. È nelle strutture di accoglienza al centro dell’Europa. È nelle leggi razziste che ci tolgono i documenti perché ci manca il lavoro o il reddito, che permettono ai governi di negare la richiesta di asilo e di organizzare il nostro sfruttamento in clandestinità o in modo regolare. Queste leggi tolgono il respiro anche a chi di noi vive in paesi europei dove non si nasce cittadini e a 18 anni bisogna guadagnarsi un permesso di soggiorno”. Prosegue il Coordinamento: “Avere la pelle nera non può più essere un destino di sfruttamento e clandestinità. Ecco il tappo che è saltato grazie all’antirazzismo delle e dei migranti. L’antirazzismo ha bisogno della rabbia giovane e potente che è scesa in piazza ma che chiede anche continuità e protagonismo nella lotta. Chiedere giustizia per le vite nere significa andare oltre la giusta commozione e indignazione del momento. Significa anche prendere parola in prima persona e attaccare i luoghi dove il razzismo viene praticato ogni giorno e le vite delle e dei migranti sono continuamente messe sotto ricatto. Abbiamo rotto l’isolamento, ma non è abbastanza. Le statue cadono, ma le leggi europee e italiane sull’immigrazione restano. È per questo che il 20 giugno scenderemo nuovamente in piazza per unirci alle lotte delle e dei migranti che a Parigi chiedono documenti e regolarizzazione!”.