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Dall’Università contro il 41 bis: “Prendiamo parola!”

Ieri speaker corner al 38 di via Zamboni: “Spezzare lo specchio mediatico su cui è riflessa un’immagine distorta della lotta contro il carcere duro, contro l’ergastolo ostativo e contro la detenzione di Alfredo, nonché sua condanna a morte, e che non riflette affatto la solidarietà diffusa che si sta esprimendo in ogni dove”.

08 Febbraio 2023 - 13:08

“Speak corner” in Università, nella serata di ieri, “per Alfredo, per l’abolizione del carcere, contro 41bis ed ergastolo ostativo”. L’iniziativa, che si è svolta al 38 di via Zamboni, è stata lanciata con un comunicato condiviso sul web da diverse realtà cittadine come Cua, Cambiare Rotta, Associazione Bianca Guidetti Serra, Vag61, LUnA. “Dal 20 ottobre-  così la nota- Alfredo Cospito ha intrapreso lo sciopero della fame, facendo del suo corpo il principale veicolo di espressione del dissenso nei confronti del regime carcerario cui è stato soggetto prima Sassari, poi a Milano. Pensiamo che prendere parola chiara e forte anche dall’Università per strabordare ovunque con le nostre voci di solidarietà ad Alfredo ed esprimere la nostra contrarietà al regime del 41bis e, in generale, al sistema carcerario, obsoleto e meramente punitivo, sia una necessità impellente”. Fin dalla sua nascita con le legislazioni speciali degli anni 80 e 90, “il 41bis si è palesato come l’ennesimo strumento di ricatto per costringere lɜ detenutɜ a collaborare con la Magistratura. Le condizioni inumane previste da questo dispositivo legale, prevedono l’isolamento in celle di pochi metri quadri, gravose restrizioni dell’ora d’aria, la sorveglianza costante e, addirittura, la limitazione o diretta abolizione dei colloqui con i familiari, cui si aggiungono il controllo della posta e la limitazione degli oggetti in cella, incluse penne, quaderni e libri. Un progressivo annientamento ai danni del corpo e della psiche dellɜ detenutɜ”.

Continua il comunicato: “L’ergastolo, assimilabile alla pena di morte, vuole lo Stato come un padrone dei nostri corpi che decreta se, come e quando restituire la dignità di vita allɜ detenutɜ. In merito all’ergastolo ostativo, aumentato a 30 anni di pena scontata, la posizione dominante sostiene che non debba sempre prevedersi la possibilità di libertà condizionale e di altri benefici, a meno che la persona condannata non collabori con gli organi inquirenti. Il tema da affrontare, quindi, è quello dell’abolizione dell’ergastolo in toto, nella prospettiva di un superamento dell’intera istituzione carceraria come strumento di controllo e repressione ai danni delle potenziali conflittualità sociali, politiche e sindacali e come mero confinamento della marginalità e della povertà, (come testimoniano le evidenze sociologiche e criminologiche sulla demografia carceraria)”. Infine, l’auspicio di “un moltiplicarsi di iniziative sul territorio che sappiano spezzare lo specchio mediatico su cui è riflessa un’immagine distorta della lotta contro il carcere duro, contro l’ergastolo ostativo e contro la detenzione di Alfredo, nonché sua condanna a morte, e che non riflette affatto la solidarietà diffusa che si sta esprimendo in ogni dove. Per l’abolizione di ergastolo e 41bis, contro il carcere, per Alfredo dall’Università prendiamo parola!”.