Il collettivo oggi è tornato davanti al rettorato per mostrare in conferenza stampa foto e video di quanto accaduto nella notte tra sabato e domenica. A Bologna sembra che “lo studente vada represso e per il resto dev’essere invisibilizzato: non esiste se non per essere demonizzato”, affermano le/gli attiviste/i.
Quello che si è verificato in piazza Scaravilli nella notte tra sabato e domenica è stato “un abuso delle forze di polizia che, legittimate dalla politica, si sentono di poter fare qualsiasi cosa”. Il Cua riprende parola sull’episodio segnalato ieri con una conferenza stampa che si è svolta oggi proprio in piazza Scaravilli, davanti al rettorato, dove le/gli attiviste/i del collettivo hanno mostrato foto e video dell’accaduto. L’intervento delle forze dell’ordine si è verificato intorno alle 00,30 quando “gli stessi agenti che stavano controllando via Petroni e piazza Verdi sono arrivati qui e come stavano facendo già prima, a loro discrezione- racconta il Cua- hanno deciso di fermare, iniziare a multare e chiedere i documenti a chi era in piazza e magari stava chiacchierando, ascoltando musica e stava seduto”. Erano presenti agenti della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di finanza, sia in divisa che in borghese. “Hanno iniziato ad indicare delle persone per portarle via nel tentativo di arrestarle” e questo “senza un motivo”, afferma il collettivo, quindi la gente in piazza ha “normalmente chiesto le motivazioni” di quanto stava accadendo, mostrandosi “solidale” con chi veniva fermato e, in particolare, con un ragazzo che è stato afferrato dagli agenti. Da parte delle forze dell’ordine sono iniziati “spintoni” e “minacce”, compreso uno spray al peperoncino agitato “a un centimetro dalla faccia” dei presenti. Ad una ragazza che stava facendo delle foto, continua il collettivo, è stato tolto di mano il telefono e, quando lei ha cercato di riprenderlo, “le è stato tirato un pugno in faccia- riferiscono le/gli attiviste/i- dalla stessa persona che puntava lo spray al peperoncino”, rimediando un labbro rotto.
Mentrea la piazza si svuotava, gli agenti hanno continuato a seguire e spintonare i ragazzi su via Zamboni fino all’altezza di Palazzo Paleotti, a ridosso delle reti che proteggono il cantiere aperto sulla strada: situazione molto pericolosa, sottolinea il Cua, visto che per i lavori in corso è presente in quel punto una buca ampia e profonda. Inoltre gli agenti, anche “senza mascherina- segnala il collettivo- intimavano alle persone di togliersela per poterle identificare meglio, anche in momenti in cui si stava a meno di un metro di distanza. Che non vengano poi a parlare di tutela della salute collettiva”. Si è trattato di “un abuso delle forze di polizia che, legittimate dalla politica, si sentono di poter fare qualsiasi cosa”, afferma il Cua, quasi come “una gang che va in cerca di risse da bar”. A Bologna sembra che “lo studente vada represso e per il reso dev’essere invisibilizzato: non esiste se non per essere demonizzato”, sottolinea il collettivo, mentre “noi crediamo che le esigenze e le contraddizioni dei giovani siano da gestire e risolvere politicamente, non con atti di ordine pubblico”.