Lo segnala uno studio di Ausl e Ateneo. Dall’inquinamento acustico a quello atmosferico: mentre Arpa rileva la malsanità dell’aria negli edifici che si affacciano sui viali, Tper decide di comprare altre decine di mezzi diesel.
Tra chi vive vicino allo scalo bolognese si registrano più visite e prestazioni otorinolaringoiatriche e un maggior consumo di farmaci. Lo stabilisce uno studio realizzato da Ausl e facoltà di Statistica dell’ateneo, presentato in un incontro nella sede del quartiere Navile.
Lo studio, eseguito su dati relativi al periodo tra il 2013 e il 2016 (ma l’Ausl ora promette di continuare sistematicamente le rilevazioni), ha confrontato i dati ottenuti dai residenti di due zone attigue al Marconi con quelle del San Donato – San Vitale, rilevando appunto che i primi ricorrono più spesso all’otorinolaringoiatra e assumano farmaci per disturbi correlati all’acidità gastrica, anti-ipertensivi, per le malattie ostruttive delle vie respiratorie, sedativi-ansiolitici-antidepressivi, come spiega l’azienda sanitaria, secondo la quale comunque “non emerge una particolare urgenza o emergenza”.
Secondo il Comune c’è la “possibilità di mettere in piedi un tavolo con l’aeroporto su come alcune mitigazioni di carattere acustico possono essere messe in campo su scuole e case”, e tanto l’assessore alla urbanistica di Palazzo d’Accursio quanto il presidente del Quartiere hanno parlato della necessità di trattare con Enac e governo per spostare alcune delle rotte su Calderara.
Tra i cittadini intervenuti all’incontro, c’è chi dice: “Capisco lo sforzo fatto”, però “ci aspettavamo un altro tipo di studio” e cioè un’indagine in grado di specificare “cosa rischio in termini di salute se abito in quella zona” e chi porta l’attenzione sul People mover: “Si pensava che non dovesse essere rumoroso e invece lo è”. La società Marconi Express, stando a quanto riferisce il Comune, starebbe valutando di cambiare gli pneumatici.
Dall’inquinamento acustico a quello atmosferico: un altro studio, condotto stavolta da Arpae Emilia-Romagna, ha misurato i livelli di inquinamento all’esterno e all’interno della sede in viale Silvani, a Bologna, sia in estate che in inverno. I ricercatori avevano a disposizione due stanze al piano terra, con affacci sulla strada e su una piccola area verde sul retro.
I rilevamenti all’esterno dell’edificio hanno fatto registrare una concentrazione di Pm 2,5 del 14% superiori sul fronte strada rispetto al retro, e anche la qualità dell’aria all’interno degli uffici è risultata migliore negli ambienti piu’ lontani dal traffico. Risultati analoghi sono stati ottenuti per particelle ultrafini e biossido di azoto. Dunque, la collocazione degli ambienti negli edifici, più vicina o più lontana dal traffico risulta avere un’influenza sulla qualitaà dell’aria indoor.
Occorrerà tenerne conto, con tutta probabilità, ancora a lungo, considerando i pochi passi avanti che si compiono sul tema. Il settore pubblico non dà certo il buon esempio: si è appreso in questi giorni che Tper prevede di immatricolare altri 21 bus diesel (da euro 3 a euro 5) mentre entro la fine del 2019 sono previsti 37 diesel euro 6, oltre ad altrettanti mezzi elettrici e 40 a metano. Complessivamente oggi la flotta Tper comprende 24 diesel 0 o 1, 273 diesel euro 2, 214 diesel euro 3 con filtro anti-particolato, 84 euro 4-5 e 88 diesel euro 6.