I Si Cobas chiedono un incontro urgente ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, segnalando altre situazioni ad alto rischio coronavirus nel mondo della logistica. Si attendono gli esiti dei tamponi al Cas di via Mattei, intanto il Coordinamento Migranti diffonde un video che mostra le condizioni di vita all’interno della struttura.
Ieri il sindacato Si Cobas ha inviato una lettera ai ministri del Lavoro e dello Sviluppo economico, Nunzia Catalfo e Stefano Patuanelli, contenente la “richiesta urgente di incontro sui focolai pandemici alla Brt” di Bologna e “in numerosi poli logistici dell’area emiliano-lombarda”. Dalla comunicazione, pubblicata dai Si Cobas sui social: “Oggi, malgrado il varo prima della cosiddetta ‘Fase 2’ e ora della ‘Fase 3′ (ossia il ritorno alla normalità), l’emergenza sanitaria sui luoghi di lavoro è tutt’altro che risolta: al contrario, la cronaca di questi giorni testimonia chiaramente come questi ultimi rappresentino i principali cluster di contagio. Il caso della Brt di Roveri (Bologna), oramai divenuto di pubblico dominio, con ben 109 contagiati in soli cinque giorni, è la riprova più evidente e impietosa di quanto il nostro sindacato denuncia da mesi. D’altra parte, i numeri dei contagi alla Brt di Bologna rappresentano solo la punta dell’iceberg: solo nei polo logistici del capoluogo si registrano in queste ore nuove focolai alla Palletways, alla Tnt, alla Dhl e alla Ctl (distribuzione quotidiani); per non parlare della vera e propria mattanza che nel pressochè totale silenzio dei media si è prodotta in questi mesi nei magazzini del milanese, del piacentino, del bergamasco e del bresciano”. Per questo “alla luce del preoccupante focolaio di contagio prodottosi alla Brt e alla luce dell’altissimo rischio che tale situazione si replichi in altri magazzini della logistica, siamo a chiedere con la massima urgenza la convocazione di un incontro tra la organizzazione sindacale scrivente e i rappresentanti del ministero del Lavoro e delle politiche social e del Mise, al fine di definire soluzioni atte da un lato a tutelare pienamente la salute dei lavoratori e della collettività, dall’altro a tutelare i livelli salariali e occupazionali”. Intanto, per quanto riguarda il focolaio Bartolini, a detta dell’Ausl “la situazione è stabile, potrebbe ancora esserci qualche coda, perchè stiamo facendo tamponi specifici su alcuni contatti stretti dei positivi. Ma si tratta di persone tutte già in isolamento”. Mentre sulla Palletways, il 26 giugno, l’Ausl aveva reso noto che su iniziativa dell’azienda era stati effettuati “127 test sierologici, 17 dei quali hanno dato esito positivo alla presenza degli anticorpi, segno di un contatto precedente con il virus, ma non di malattia”. Questi 17 lavoratori, ha aggiunto l’azienda sanitaria, “sono stati quindi sottoposti a tampone naso-faringeo, per accertare l’effettiva positività al Covid-19, e 11 di questi tamponi hanno già dato esito negativo, mentre si attende il referto per i rimanenti”.
Nel frattempo oggi dovrebbero arrivare i risultati degli oltre 200 tamponi fatti a tutti i migranti e a tutti gli operatori del Cas di via Mattei, dopo che due ospiti della struttura sono risultati positivi al Covid perchè contagiati nel focolaio Bartolini. I primi esiti darebbero una decina di casi positivi. Nell’attesa, l’Ausl ha fatto sapere di essersi preparata per ospitare i migranti eventualmente da isolare in strutture diverse dall’ex Hub: “Siamo in contatto stretto con la Prefettura e abbiamo posti a disposizione per ospitare le persone da mettere in isolamento fiduciario”. Questo mentre l’amministrazione comunale, ieri, ha battuto un colpo chiedendo alla Prefettura di valutare soluzioni alternative alla struttura di via Mattei. Sarebbe anche ora, viste le denunce che da tempo si susseguono sulle condizioni di vita all’interno del Cas. L’ultima è arrivata ieri con un video in due parti diffuso dal Coordinamento Migranti: con questo materiale i migranti del Coordinamento “che vivono al Mattei e che da mesi denunciano le condizioni di sovraffollamento mostrano la situazione che si sta vivendo oggi dentro al centro, dove ci sono almeno otto casi positivi di coronavirus collegati al focolaio in Bartolini”. Con le immagini e le voci di chi ha realizzato i video, disponibili sulla pagina Facebook “Coordinamento Migranti Bologna”, si possono constatare “le condizioni di sovraffollamento della struttura e le condizioni di lavoro nei magazzini della logistica dove lavorano molti dei migranti del centro con contratti a chiamata”.