Nel territorio metropolitano 62 nuovi casi e sette decessi. Dopo la zona rossa imposta a Medicina i comuni limitrofi prendono provvedimenti più stringenti per impedire i contatti fra persone. Làbas segnala “biciclette della solidarietà” a distribuire beni di prima necessità a chi è senza casa.
Con 62 nuovi referti positivi nelle ultime 24 ore rilevate sale a 291 il conteggio dei contagi da Covid-19 nella città metropolitana, 90 dei quali del circondario imolese (che comprende Medicina). Sette le persone che hanno perso la vita. Complessivamente ci sono stati 62 decessi in Emilia-Romagna, per un totale di 346, e sono 3.522 i casi di positività (+429) a fronte di 13.096 tamponi (+1042). i ricoverati in terapia intensiva sono 197 (+28) e le persone isolate a casa 1.334 (+134). Le guarigioni segnalate delle Ausl risultano 88 (+20), ma il commissario regionale Sergio Venturi, come già nei giorni scorsi, ritiene siano sottostimate. Passano in una giornata da 2097 a 2262 i posti letto Covid allestiti negli ospedali della regione, di cui 346 di terapia intensiva.
Venendo ai dati delle altre province, gli incrementi più consistenti sono a Rimini, con 84 casi in più per un totale di 509, e a Modena, 74 per un totale di 440. A Piacenza se ne registrano 1.073 (+61), a Parma 707 (+45), a Reggio Emilia 241 (+56), a Ravenna 114 (+14), a Forlì-Cesena 103 (+25), a Ferrara 44 (+10).
E dopo la chiusura a ingressi e uscite da Medicina, anche i comuni limitrofi stringono sui provvedimenti anti-contagio: a San Lazzaro il sindaco Isabella Conti ha imposto nuovi divieti, come quello di fare uscite in bicicletta. Una nuova ordinanza ha infatti preso di mira diverse attività all’aperto, come appunto la pedalata (anche in solitaria). Chiuse anche le aree verdi destinate alla sgambatura dei cani e vietato l’accesso alle aree gioco in parchi e giardini. A Ozzano salta il mercato previsto per domani, mentre il Comune sta recintando i giochi nei parchi. Anche a Budrio l’amministrazione valuta di non far tenere il mercato. Ad Anzola invece verranno chiusi i cimiteri.
Intanto, Làbas segnala con la pubblicazione di un video la comparsa, lo scorso venerdì notte, di alcune “biciclette della solidarietà, tra il silenzio delle strade e le giacche di qualche ciclofattorino costretto a lavorare senza tutele”. Queste persone in bicicletta “distribuivano, in condizioni di sicurezza, beni di prima necessità alle tante persone a cui non è possibile dire ‘state a casa’ perché una casa non ce l’hanno, situazione che li espone maggiormente ai rischi del contagio del coronavirus e alle assurde denunce per violazione del DPCM 11 marzo 2020 come molte associazioni stanno denunciando in diverse città italiane. Qualche provvista, guanti monouso e materiale disinfettante e per l’igene personale: questi gli ingredienti della sportina solidale. Un gesto semplice, che però ha un grande valore: quello di non dimenticarsi degli ultimi, soprattutto in un momento di straordinaria delicatezza come questo . Ma alla fragilità del presente, alla responsabilità che ognuno e ognuna di noi deve giustamente esercitare a favore della collettività, piace accompagnare coraggio e determinazione: chi ha la responsabilità di garantire la salute di tutti quelli che abitano la città lo faccia immediatamente. Fornisca di beni, strutture e aiuti chiunque ne abbia bisogno, specie chi per varie ragioni si trova a vivere per strada. Non possiamo permetterci di dimenticare nessuno, specie in questa emergenza sanitaria. Perché nell’altro mondo possibile, che ora pensiamo guardando alla finestra, nessuno resta solo. Ma soprattutto recita così: fino a quando le ingiustizie saranno intorno a noi, non sarà il nostro mondo”.