Ad affrontare il tema è l’Sgb, rivendicando per queste categorie di personale “il 100% del salario e dei servizi, vaccini subito e per tutti!”. Il sindacato di base interviene anche sulla situazione delle superiori e dei servizi 0-6 a fronte dell’entrata in vigore della nuova zona “arancione scuro” per tutta l’area metropolitana.
I vaccini e il personale scolastico: “Dal 22 febbraio, maestri, professori, educatori, operatori e collaboratori, assistiti dal Servizio Sanitario Regionale, nella fascia di età 18-65, e che lavorano nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private parificate, nei servizi educativi 0-3 anni e negli enti di formazione professionale dell’Emilia-Romagna che erogano i percorsi di IeFP, possono chiamare il proprio medico di medicina generale per accedere alla vaccinazione. Sono escluse le figure che lavorano per le ditte in appalto (per esempio: cucine, pulizie)”. Il testo è estratto da un’informativa presente sul sito dell’Ausl di Bologna. “Una vergogna”, secondo Sgb, che definisce “scandalosa” l’indicazione di escludere “esplicitamente dai vaccini riservati al personale scolastico quello in appalto”.
Invece servono “vaccini subito e per tutti”, scrive il sindacato in un comunicato sulla situazione dei lavoratori degli appalti scolastici a fronte delle nuove restrizioni che interessano l’area metropolitana a causa della pandemia Covid: “Ci risiamo, a Bologna e provincia le scuole chiudono a fronte di una gradazione di arancione detta scuro, a causa di un’ordinanza che definisce l’area della città metropolitana ad un livello di alto rischio. Bene ma non benissimo, di fatto crediamo che questa giusta prevenzione debba essere tradotta in una zona rossa, chiudendo tutto e non solo quelle attività che non producono Pil. Ma veniamo alle lavoratrici e lavoratori in appalto della scuola di Bologna e provincia, educatrici educatori per l’integrazione per gli alunni disabili, pulitori e scodellatori, hanno già subito decurtazioni di stipendio nel primo look down, adesso cosa accadrà? Principalmente il loro salario viene messo a rischio in quanto i servizi sono sospesi o tagliati dai Comuni e il pagamento da parte delle cooperative è abitualmente a cottimo, quindi, se il servizio pubblico chiude, la cooperativa non ti paga. A questo vogliamo aggiungere la scandalosa informativa della Asl di Bologna del 22 febbraio sui Vaccini per il personale scolastico che escludeva esplicitamente dai vaccini riservati al personale scolastico quello in appalto, una vergogna! I lavoratori degli appalti nelle scuole rivendicano, come già fatto in precedenza, il 100% del salario ma anche del servizio. Come Sgb non lasceremo passare nuovamente il taglio illegittimo delle ore di educativa o di igiene nella scuola e, per questo, abbiamo chiesto urgentemente incontri alle cooperative al comune e alla Città metropolitana. Già da lunedì 1 marzo avremo il primo incontro con la coop Quadrifoglio e, se necessario, siamo pronte a mobilitarci fin da subito, senza tralasciare il giorno dell’8 marzo dove Sgb ha già indetto uno sciopero che ha, tra i punti principali, i servizi di welfare e i lavoratori che li svolgono in appalto. Vogliamo il 100% del salario e dei servizi, vaccini subito e per tutti!”.
Sempre Sgb riferisce di aver partecipato giovedì a un’udienza conoscitiva in Comune dedicata alle scuole superiori. Sottolinea il sindacato che nell’occasione hanno suscitato “molte perplessità” le dichiarazioni dell’Ufficio scolastico, secondo cui “la situazione sarebbe sotto controllo”, così come quelle dell’Ausl “che, dopo aver sottolineato che con la chiusura sono diminuiti i contagi e che i dirigenti scolastici possono sospendere la frequenza delle classi con alunni contagiati senza aspettare l’Asl, ha sostenuto che il loro sistema di controllo e sorveglianza avrebbe retto. Tutto questo poche ore prima della chiusura delle scuole per tutta la provincia di Bologna”, fa notare l’Sgb. “Abbiamo dapprima ricordato- continua il comunicato- le responsabilità del Governo nazionale e della Giunta regionale nell’evidente mancata attivazione delle misure necessarie alla riapertura a settembre, sottolineando anche la penalizzante condizione contrattuale dei ‘supplenti Covid’. La nuova vergognosa proroga dei termini per la messa in sicurezza delle scuole (la legge che la impone è datata 2013), indica che si proseguirà in queste politiche sciagurate. Abbiamo poi ribadito che la frequenza al 50% è il massimo che si possa consentire fino al termine delle lezioni e solo se la situazione lo renderà possibile. Ribadiamo inoltre quanto già scritto agli uffici scolastici e a tutti i dirigenti circa la necessità di considerare non il 50% delle classi, ma di ogni classe, altrimenti non si evitano gli effetti delle classi sovraffollate che affliggono in particolare gli Istituti della nostra regione. Abbiamo poi chiesto di stabilire una soglia di contagi oltre la quale la chiusura deve necessariamente scattare automaticamente, senza attendere le pronunce dell’Asl, ormai al collasso, e garantendo trasparenza nella diffusione dei dati. Abbiamo chiesto nuovamente maggiori tutele e l’internalizzazione per gli educatori in appalto, denunciando le condizioni di lavoro discriminanti, specie in caso di sospensione della didattica, quando di fatto si realizza un regime di ‘lavoro a cottimo’. Sgb ha infatti chiesto già dallo scorso anno la garanzia del 100% del salario anche in queste situazioni. Infine abbiamo chiarito che il personale scolastico, docente e Ata, ha dato tantissimo ed è allo stremo delle forze, pertanto non si possono più rinviare interventi realmente efficaci”.
Infine, con un altro comunicato ancora Sgb definisce “una follia” la decisione di chiudere le scuole a partire dalle elementari, escludendo i servizi 0-6: “Nelle ultime settimane nei nidi e nelle scuole dell’infanzia del Comune di Bologna i contagi sono aumentati a dismisura ma l’amministrazione comunale non ha emesso alcun nuovo provvedimento per limitare la diffusione del contagio che coinvolge direttamente il personale, i bambini ed i familiari. E’ stato imposto al personale di spostarsi da un servizio all’altro per sopperire alle assenze, contravvenendo alla precauzione fondamentale di limitare al minimo i contatti, piuttosto che chiudere per mezza giornata una sezione. Evidentemente il solo l’utilizzo dei Dpi non è stato sufficiente a proteggere il personale dal contagio come invece hanno sostenuto Ausl ed Amministrazione Comunale che non hanno considerato ‘contatto stretto’ quello tra i lavoratori dello stesso servizio e quindi non hanno predisposto il tampone e la messa in quarantena. A tal proposito è urgente una nuova organizzazione scolastica con tempi di permanenza più ristretti e sezioni numericamente ridotte. Tutto questo succede ogni giorno in ambienti di lavoro dove i bambini da 0 a 6 anni non indossano, giustamente, la mascherina. Per evitare che la situazione si aggravi ulteriormente Sgb chiede di rivedere immediatamente l’organizzazione del settore educativo e scolastico, come più volte richiesto fin dal mese di marzo 2020, e di chiudere in via cautelare nidi e scuole dell’infanzia comunali come le altre scuole di ogni ordine e grado, fino a quando non rientri il picco della diffusione del virus. Sgb chiede inoltre che sia garantito il 100% del salario al personale comunale e a quello delle cooperative in appalto che lavora presso i servizi educativi e scolastici”.