Editoriale

Tu chiamale, se vuoi, emergenziali

Di controllo in controllo, in Emilia-Romagna nelle ultime settimane le misure “emergenziali” per la qualità dell’aria sono scattate per 31 giorni su 39: una sfilza di bollini rossi che dovrebbe allarmare un bel po’ e pesare parecchio sulle scelte di chi amministra i territori.

19 Febbraio 2024 - 09:31

Si chiamano “misure emergenziali per la qualità dell’aria” e scattano nel caso in cui le rilevazioni dell’Arpae facciano prevedere uno sforamento dei limiti delle Pm10 nei giorni di controllo (lunedì, mercoledì e venerdì) e nei due successivi: di volta in volta l’allerta impone, tra i vari limiti ad hoc, lo stop alla circolazione dei veicoli più inquinanti inclusi i diesel euro 5 e l’abbassamento delle temperature medie nelle abitazioni fino a 19 gradi e nelle attività produttive. Ma definirle “emergenziali”, ormai, in Emilia-Romagna è quantomeno molto ottimistico se si fa un riepilogo dei bollettini diffusi dall’Arpae nell’ultimo mese e poco più. A partire dalla metà di gennaio, infatti, si è registrata una raffica quasi ininterrotta di bollini rossi. L’intera regione, per cominciare, è stata sotto allerta dal 12 al 19 gennaio. Poi tre giorni di tregua, dal 20 al 22. Ma dal 23 è tornata in rosso una grossa porzione di territorio e cioè le province di Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara. Dal 25 si è unito il resto della regione e, controllo dopo controllo, questa situazione si è perpetuata per oltre due settimane consecutive arrivando fino al 9 febbraio. A quel punto altra pausa, favorita dalle piogge, dal 10 al 14. Giusto il tempo di tirare il fiato, se così è il caso di dire, visto che dal 15 è di nuovo scattato lo stato di allerta e questo andrà avanti almeno fino a oggi, giorno nel quale è prevista l’emissione di un nuovo bollettino.

A conti fatti, così, negli ultimi 39 giorni sono stati ben 31 quelli da bollino rosso: addirittura il 79,5%. Numeri che la dicono lunga sullo stato dell’aria che si respira quotidianamente in questa regione, a maggior ragione se si considera che gli sforamenti tendono a replicarsi per intere settimane nonostante l’adozione delle misure emergenziali (?) pensate proprio per consentire un alleggerimento della cappa di smog. Eppure, tanto per dirne un paio, lo sviluppo di nuove arterie dedicate al trasporto su gomma è ancora in cima ai pensieri di un bel po’ di politiche/i e amministratrici/ori di vario colore e ogni provvedimento che non sposi le sacre ragioni dell’auto privata è destinato a scatenare tempeste. Se è questa l’aria che tira…