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Strage, una sentenza della Cassazione salva (molto probabilmente) il processo Cavallini

Esaminando un caso analogo, la Corte ha stabilito che se un giudice popolare ha compiuto 65 anni nel corso del dibattimento la sentenza non deve essere annullata. Esultano i familiari delle vittime.

13 Maggio 2023 - 11:12

La Corte di Cassazione ieri ha accolto un ricorso della Procura generale di Palermo contro l’annullamento di una sentenza di primo grado deciso perché un giudice popolare aveva superato i 65 anni, età massima prevista per legge per tale ruolo, mentre era in corso il processo.

È una pronuncia molto rilevante per le sorti del processo d’appello contro l’ex militante della formazione neofascista Nuclei armati rivoluzionari (Nar) Gilberto Cavallini, condannato all’ergastolo in primo grado per concorso nella strage alla Stazione del 2 agosto 1980, in cui morirono 85 persone e altre 200 furono ferite.

I legali di Cavallini infatti avevano chiesto l’annullamento della sentenza proprio in ragione del fatto che durante il dibattimento quattro giudici popolari avevano superato i 65 anni. Secondo la Procura generale e le parti civili, invece, l’età massima vale solo per il momento in cui i membri della corte vengono nominati. Con tutta probabilità, secondo gli avvocati dei familiari delle vittime, la pronuncia della Cassazione sull’analogo caso palermitano salverà anche la condanna dell’ex Nar.

“Adesso abbiamo un parere favorevole a noi sotto questo aspetto”, commenta Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, “siamo molto contenti, ora avanti tutta col processo”.