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Strage, per la Procura generale c’era rischio che Paolo Bellini fuggisse in Ucraina

“Mi devi aiutare, devo scappare”, diceva in un’intercettazione alla moglie, originaria del paese invaso dalla Russia, l’ex militante neofascista condannato in primo grado per concorso nell’attentato del 2 agosto 1980. Per questo i magistrati chiedono la conferma della custodia cautelare.

12 Luglio 2023 - 16:41

La Procura generale di Bologna ha consegnato al Tribunale della Libertà una memoria in cui chiede la conferma della custodia cautelare in carcere per Paolo Bellini, ex militante della formazione neofascista Avanguardia Nazionale, condannato in primo grado in concorso per l’attentato esplosivo che il 2 agosto 1980 causò 85 morti e 200 feriti alla Stazione centrale. I magistrati ritengono sussista il pericolo di fuga, soprattutto in relazione a una conversazione intercettata con l’attuale moglie, nella quale afferma: “…mi devi aiutare a uscire. Devo scappare… da qui dentro… e io te ne sarò grato per tutta la vita”. Bellini è stato messo sotto controllo dalla direzione distrettuale antimafia di Firenze e dalla Procura di Caltanisetta, che indaga su un suo coinvolgimento nelle stragi ordite da Cosa nostra nel 1992-93.

La meta di un’eventuale fuga potrebbe essere l’Ucraina, sia in quanto paese di origine della consorte, sia perché tra guerra e diversi regimi di prescrizione dei reati ottenere l’estradizione per l’Italia potrebbe rivelarsi complicato. Sarebbe, scrivono i magistrati, “una zona franca”. Uno degli avvocati di Bellini ha liquidato la questione: “Una baggianata”.

In un’altra intercettazione, Bellini ha detto che l’ex moglie Maurizia Bonini è stata “d’accordo per 40 anni poi adesso non mi copre più… perché io non la copro più”. Una frase che, secondo la Procura generale bolognese, rappresenterebbe una sorta di confessione indiretta.

Nei giorni scorsi i familiari delle vittime avevano stigmatizzato la proposta di commissione parlamentare di inchiesta avanzata dal centrodestra alla Camera: “Ennesimo tentativo di riscrivere la storia del terrorismo in Italia, e c’è nell’aria il tentativo di ritirare fuori la pista palestinese“.