In corteo dietro familiari delle vittime e rappresentanze istituzionali lo spezzone delle Realtà antifasciste bolognesi, quello per i prigionieri anarchici (entrambi hanno lasciato la piazza per protesta mentre parlava Lepore), quello dell’Osservatorio militante antifascista (che si è diretto al memoriale dello Shoah).
La giornata si è aperta come di consueto di prima mattina con la commemorazione in Comune, durante la quale il presidente dell’associazione dei familiari Paolo Bolognesi ha messo l’accento sulla mancata attuazione della legge che permetterebbe di risarcire le famiglie delle vittime. Il Sindaco Matteo Lepore ha annunciato che la sede dell’Associazione sarà a Palazzo D’Accursio. Sia lo stesso sindaco sia il presidente della Regione Stefano Bonaccini e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, venuto in rappresentanza del governo, hanno sottolineato nei loro interventi l’importanza della sentenza di primo grado del processo scaturito dall’inchiesta sui mandanti.
Alle 9.15 è partito il corteo con in testa i parenti delle vittime. Dietro si sono disposti lo spezzone delle Realtà antifasciste bolognesi, con lo striscione “La strage è di stato”, quello promosso dall’Osservatorio militante antifascista e altre sigle, con lo striscione “Guerra e stragi di Stato, mani fasciste armi della Nato”, mentre lo spezzone per i prigionieri anarchici ha portato due striscioni: “Juan, Anna, Alfredo liberi. No 41 bis” e “Stato a padroni assassini, solidali a chi li combatte”.
Con i processi in corso “una nuova area di verità si è aperta”, ha ribadito poi Bolognesi dal palco, “quanto emerso è solo l’inizio per uscire dalle logiche di ricatto che hanno condizionato e ancora condizionano la nostra vita democratica”. Ha poi aggiunto che “gli ultimi depistaggi sono stati commessi nel 2019”.
Dopo il triplice fischio del treno alle 10,25, ora precisa dell’attentato, è stata data lettura del messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella (“un atto di uomini vili, di una disumanità senza uguali, tra i più terribili della storia repubblicana”) ed è poi iniziato l’intervento del sindaco. A quel punto le/i manifestanti che avevano preso parte allo spezzone delle Realtà antifasciste bolognesi e a quello per i prigionieri anarchici hanno lasciato la piazza in segno di protesta.
Lepore nel suo discorso ha fatto nuovamente riferimento alla sentenza sui mandanti: “Una strage che sappiamo essere stata progettata e finanziata dai vertici della loggia massonica P2, coperta consapevolmente dai vertici dei servizi segreti italiani, eseguita da terroristi fascisti”, ha detto, rimarcando poi che “tutte le sigle dell’estremismo neofascista erano presenti quel giorno a Bologna. Quelle sigle che purtroppo ritroviamo seguendo un filo nero, il filo che ha accompagnato la lunga e complessa vicenda democratica del nostro paese, sono presenti ancora ai giorni nostri”.
Alla fine dell’intervento del sindaco la commemorazione si è spostata all’interno della stazione, dove sono state ricordate anche le vittime degli attentati ai treni Italicus (4 agosto 1974) e 904 Napoli-Milano (23 dicembre 1984), nelle quali hanno perso la vita rispettivamente 12 e 16 persone.
Non ha raggiunto piazza Medaglie d’Oro lo spezzone promosso dall’Osservatorio militante antifascista: “Abbiamo finito il corteo nel memoriale della Shoah, a dimostrazione di come la presenza del fascismo nello stato non è finita nel 1945”.