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Si alza il grido: “Donna, vita, libertà!” [video+foto]

Dal presidio di oggi in piazza Nettuno si leva anche “Bella ciao”, tra cartelli che rivendicano “Freedom for Iran” e riportano il volto di Jina Mahsa Amini, la 22enne morta dopo essere stata arrestata a Teheran dalla polizia religiosa perchè non indossava l’hijab nel modo prescritto dalla legge.

01 Ottobre 2022 - 13:10

“Il momento è arrivato” e “Donna, vita, libertà”. Con queste parole, risuonate anche lo scorso sabato sotto le Due torri per esprimere solidarietà alla lotta delle donne iraniane contro il regime di Teheran, è stato promosso il presidio che si è svolto oggi sotto al Nettuno. In piazza tantissimi cartelli con il volto di Jina Mahsa Amini (la 22enne morta dopo essere stata arrestata nella capitale della Repubblica islamica perchè non indossava l’hijab nel modo prescritto dalla legge) e parole come “Free Iran”, “No to islamic ‘republic'”, “Freedom for Iran”, “Abbasso il dittatore”. Dalla piazza si levano ancora il coro “Donna, vita, libertà” e anche “Bella ciao”. L’iniziativa è stata condivisa tra diverse realtà cittadine come Mujeres Libres, Collettiva Matsutake, Rete Jin e Non Una Di Meno, che scrive: “A 4.000 km di distanza da noi, la lotta transfemminista – che è per sua natura una lotta al potere – sta infuriando anche per le strade dell’Iran, dove le coraggiose donne e gli uomini curdu e iranianu scendono in piazza oramai da 13 giorni per manifestare contro il regime islamista, che il 17 settembre ha ucciso Jinna – Mahsa – Emini, donna curda colpevole di non stare indossando il velo nella maniera appropriata. Il femminicidio di Jinna è stato un femminicidio di stato, aggravato da motivazioni razziali, l’ennesimo di una serie iniziata anni fa con l’instaurazione del regime islamista a seguito della rivoluzione del 1979, che da allora tormenta e perseguita il popolo curdo e iraniano con le sue depravate idee della religione”.

Continua Non Una Di Meno: “Scendendo per strada adesso, come testimoniano lu cumpagnu, il popolo iraniano e quello curdo stanno affermando che la lotta per la libertà passa prima di tutto attraverso l’autodeterminazione delle donne e delle soggettività marginalizzate, attraverso la capacità di questu ultimu di scegliere per sé stessu e controllare i propri corpi. Siamo vicine e solidali, furiose con le donne curde e le donne iraniane, che ci dimostrano che la lotta transfemminista’ non ha confini, proprio perché anche qui nelle nostre stesse strade le donne non hanno controllo della propria vita e del proprio corpo, una condizione che si aggraverà solamente con i risultati di questa orrenda elezione. Combattiamo per noi stesse, combattiamo per le nostre compagne in Iran e Kurdistan. Jin, Jiyan, Azadi. Donna, Vita, Libertà”.

Video e foto sopra di Nerofumo:

Video e foto sotto di Zic.it: