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Sciopero nelle superiori: “Di scuola-lavoro non si può morire”

Mobilitazione del personale scolastico promossa dai Cobas per chiedere: “Sospensione immediata di tutti i percorsi di alternanza nell’anno in corso, abolizione del Pcto nelle scuole e revisione dei percorsi formativi nei centri di formazione professionale”. Sempre oggi si è svolto anche un presidio in piazza Memoriale della Shoah.

28 Gennaio 2022 - 13:37

Giornata di sciopero nel mondo della scuola per protestare contro la morte sul lavoro dello studente Lorenzo Parelli, a Udine: l’astensione del personale docente, educativo e Ata delle superiori è stata proclamata dai Cobas scuola, con le seguenti rivendicazioni: “Sospensione immediata di tutti i percorsi di scuola-lavoro nell’anno in corso; abolizione del Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, ndr) nelle scuole e revisione dei percorsi formativi nei centri di formazione professionale; stop allo sfruttamento di lavoro non retribuito sotto forma di stage gratuito; sostituzione dell’addestramento al lavoro con la formazione sui diritti e sulla sicurezza sul lavoro; formazione specifica al lavoro a carico delle aziende dopo la fine dei percorsi di studio; ammodernamento dei laboratori nelle scuole; eliminazione classi-pollaio e aumento degli organici (docenti e Ata)”. La morte di Lorenzo “ci ha lasciato sbigottiti, addolorati, spezzati dal dolore. Il nostro primo pensiero va alla famiglia e agli amici- scrive il sindacato- ma interroga anche pesantemente tutto quel mondo della formazione professionale e della scuola che ha accolto acriticamente la pratica di allontanamento di giovani studenti e studentesse dalle aule scolastiche per metterli a disposizione come manovalanza di aziende private. L’incidente si è verificato in un centro di formazione professionale, ma avrebbe potuto capitare in qualsiasi scuola secondaria, da quando la controriforma renziana ha imposto l’obbligatorietà dei percorsi scuola-lavoro. D’altronde, il ministro dell’Istruzione è l’entusiasta Bianchi, che ha addirittura pensato di estendere questa attività nelle scuole primarie, introducendovi un tutor che avvii bambini e bambine ‘al mondo del lavoro’, con un’operazione perversa di descolarizzazione di massa. La malascuola di Renzi ha introdotto l’attività lavorativa obbligatoria nel percorso di istruzione scolastica con il fine malcelato di insegnare alle giovani generazioni le basi fondamentali (ideologiche e pratiche) del mondo del lavoro nell’epoca del neoliberismo trionfante: precarietà, dequalificazione, sfruttamento e, compreso nel pacchetto, la mancanza di sicurezza. È questa una delle piaghe che colpisce da anni lavoratrici e lavoratori a ritmi assurdi, con più di tre incidenti mortali al giorno, tanto da farci dire che non si tratta di ‘incidenti’, ma di un vero e proprio rischio calcolato dalle aziende per imporre ritmi e organizzazione della produzione insopportabili”.

Le ragioni dello sciopero dei Cobas sono state evidenziate anche in un presidio che si è svolto stamattina in piazza Memoriale della Shoah. Appuntamento condiviso anche da altre realtà come Rete Bessa, Link e Si Cobas. La morte di Lorenzo “ci lascia in uno stato di rabbia inesprimibile. Non possiamo però che giudicare come ipocrita la reazione del ministro Bianchi, così come quelle di diversi esponenti del governo e del Pd in particolare: partito che ha introdotto l’alternanza scuola-lavoro e che continua, assieme al governo Draghi, a promuovere l’asservimento della scuola pubblica al sistema di produzione”, scrive la Rete Bessa, mentre Link riporta le parole di una studentessa del Sabin: “Non si può morire a 18 anni lavorando gratis dentro un’officina. Oggi i ministri del governo Draghi piangono lacrime di coccodrillo, mentre stanziano altri miliardi per finanziare il sistema dell’alternanza scuola-lavoro con il Pnrr. Tutte le forze politiche che hanno sostenuto e votato la ‘Buona scuola’ hanno una responsabilità pesantissima su questa situazione, come una responsabilità gravissima è anche quella del mascheramento di essa nella forma dei Pcto”. E i Si Cobas: “Al fianco degli studenti in piazza per dire basta alle morti sul lavoro e allo sfruttamento gratuito della manodopera studentesca”.