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Santa Marta: lo scandalo continua

Quando si trattava di sgomberare Bartleby i lavori sembravano dover partire di corsa. Ora l’Asp dice che “dovrebbero” cominciare solo tra un anno. E intanto spunta l’ipotesi di inserire nel progetto anche spazi commerciali.

01 Marzo 2013 - 18:55

Ancora un anno per iniziare i lavori e poi altrettanto per terminarli. Se tutto va bene, ovviamente. Questi i tempi indicati dall’Asp Poveri Vergognosi per la ristrutturazione dell’ex conservatorio di Santa Marta, occupato il 26 gennaio scorso dopo lo sgombero di Bartleby da via San Petronio Vecchio e poi nuovamente “restituito alla polvere” pochi giorni dopo. Eppure, dalle dichiarazioni rilasciate subito dopo l’occupazione dal presidente dell’Asp, Paolo Ceccardi, sembrava che i lavori dovessero partire nel giro di giorni, forse di ore, magari addirittura di minuti. La realizzazione delle ormai famose residenze per anziani e dei servizi per l’infanzia veniva spacciata come imminente. Invece, siamo ancora qui a parlare di anni. Non c’è proprio da meravigliarsi: semplicemente lo scandalo dell’abbandono del Santa Marta, che su Zic avevamo già raccontato con un’inchiesta nel 2011, continua come se nulla fosse.

Si apprende oggi, infatti, che i lavori “dovrebbero” partire nella primavera 2014 ed essere conclusi in circa un anno, grazie anche a un project financing (cioè il coinvolgimento di privati) e con un costo stimato di circa quattro milioni di euro. Bisognerà attendere almeno altri due anni, quindi, per vedere appartamenti e asilo. Sempre che si realizzi la “speranza” espressa stamane in Comune dallo stesso Ceccardi e dalla presidente del quartiere San Vitale, Milena Naldi.

L’assemblea dei soci dell’Asp, infatti, il 20 marzo prossimo “dovrebbe” scegliere che tipo di project financing avviare, poi va trovato il partner che elabora il progetto, dopodiche’ servono i tempi per i permessi. A voler essere ottimisti, spiega quindi Ceccardi, “nella primavera dell’anno prossimo potrebbero partire i lavori e, visto che il partner sara’ un privato, e’ nel suo stesso interesse che si concludano al piu’ presto, quindi potrebbe trattarsi di un altro anno”.

Attenzione, però, perchè c’è anche una novità non indifferente. L’azienda che affianchera’ l’Asp nella gestione, infatti, probabilmente potra’ proporre di inserire nel complesso un qualche servizio commerciale che le permettera’ di realizzare introiti, così ammortizzare i costi dei lavori. Ma come, l’accusa di “privatizzare” un bene pubblico non è quella che le istituzioni rivolgono a chi occupa uno spazio abbandonato?