Il Cua, che stasera farà un’iniziativa musicale in via Zamboni, sui nuovi strali da Giunta, Pd e opposizioni: “Sterile polemica”. Intanto va in prescrizione il processo contro 22 studenti per fatti analoghi risalenti al 2011.
Non accenna a calmarsi l‘isteria della politica bolognese dopo l’iniziativa serale promossa sabato scorso dal Cas in piazza Aldrovandi, e che ora ha individuato un nuovo obiettivo nella serata annunciata dal Cua per questa sera.
“Dopo la pausa estiva ritorniamo con le serate d’autogestione in via Zamboni – scrive il collettivo su facebook – stavolta dietro la console Guenda & Kyna, eclettico duo che da anni, e con grande dedizione, porta avanti il proprio amore per il vinile, spaziando nelle proprie selezioni tra hip hop, funk , soul, disco…”.
Così il Pd, suonando l’allarme per stasera sprona la Giunta a “dimostrare cose e far vedere fatti”, i colleghi di Forza Italia e Insieme per Bologna fanno eco alzando ancora di più i toni e l’assessore Lepore raccoglie la sfida: “Non possiamo permettere che le piazze siano utilizzate per i rave e come latrine. Bisogna che in queste settimane ci sia un cambio di passo forte”.
Succede ciclicamente che l’autogestione studentesca finisca nel calderone degli strali e degli sdegni per il degrado, con tanto di strascichi penali che sistematicamente cadono nel vuoto: a ricordarlo la notizia arrivata ieri della sopravvenuta prescrizione del processo per disturbo della quiete pubblica e manifestazione non autorizzata a 22 attivisti per ‘Brain runner’, una tre giorni di “musica e cultura per riappropriarsi della città” tenutasi nel maggio 2011 in zona universitaria. Stessa sorte era toccata la settimana scorsa al procedimento a carico di 13 attivisti di Crash di Bologna, accusati di invasione di edifici per aver occupato, a fine novembre del 2008, un capannone in via Donato Creti.
Mentre a Palazzo d’Accursio ci si costernava, il Cua prendeva posizione su quanto avvenuto sabato in piazza Aldrovandi: “In questi giorni – si legge nella nota del collettivo – abbiamo visto riaccendersi una polemica sterile e grottesca attorno alle iniziative politiche che vengono promosse nel centro di Bologna, nello specifico in zona universitaria. Questa volta, a finire nel ciclone della criminalizzazione di giornali ed istituzioni è l’iniziativa di sabato scorso in piazza Aldrovandi organizzata dal Cas, Collettivo Autonomo in cui si organizzano gli studenti delle scuole superiori. Un’iniziativa che i media hanno appellato con il termine ‘Rave Party’ e addirittura ‘sabba infernale’. Come già scriveva il Cas in un suo comunicato ‘chi paragona due ore di jam session hip hop ad un rave party dimostra la distanza siderale che ha rispetto ai giovani'”.
Prosegue il Cua: “Una polemica pretestuosa, solcata più volte dai giornali come Il Resto del Carlino che evidentemente non ha niente di meglio da evidenziare nella loro prima pagina se non l’iniziativa di giovani, studenti, che organizzano attività politiche e culturali senza per forza ficcarsi nei bar per la gioia di Confcommercio. Articoli su articoli zeppi di menzogne e parole roboanti per confezionare un quadro di realtà decisamente distante dai fatti. Ma d’altronde lo si studia al primo anno di scienza politiche che quando la narrazione dei fatti sulla carta stampata si distanzia così tanto dalla realtà è segno di debolezza e instabilità. Ci verrebbe da dire che ce ne compiacciamo e invitiamo gazzettieri e titolisti de Il Resto del Carlino a pescare a piene mani da lessici bellici e orgiastici per raccontare la prossima iniziativa. Tanto la quota di credibilità di quella gazzetta cittadina è ai minimi termini da tempo. Eppure vogliamo andare più a fondo della vicenda e dare conto delle operazioni politiche istituzionali e del bassissimo profilo morale e politico di alcuni protagonisti della vicenda: la giunta Merola è in rotta di collisione con i residenti di Piazza Aldrovandi per il progetto di pedonalizzazione; allo stesso tempo dopo il dissidio con il capo dei vigili urbani ha bisogno di ricompattare il consenso tra la polizia municipale. Tutta l’antologia di dichiarazioni di sindaco e Pd locali ci paiono funzionali solo a queste faccende. D’altra parte c’è stato anche chi ha avuto l’originalissima idea di appellarsi al comitato per l’ordine pubblico per contrastare l’iniziativa politica e culturale che ha coinvolto molti adolescenti della città per due ore. Ce li vediamo proprio questore, prefetto, alti funzionari dei carabinieri disquisire sugli ultimi singoli rap e commentare tracce trap! Eppure pare che pur di beccarsi tra loro, questura e comune, non badino troppo alle misure e ai toni. E infatti oggi dobbiamo anche leggere la noiosa intervista ad un celerino preso a bottigliate qualche anno fa quando qualcuno ebbe la geniale idea di ordinare alla celere di far alzare gli studenti che erano seduti a terra nella piazza! Insomma è vero c’è del caos a Bologna ma è tutto dalla loro parte al punto da scomodare anche la segreteria nazionale del Partito democratico che per le dichiarazioni rese note dalla stampa non solo si conferma distante e ostile ai giovani, ma soprattutto viene da chiedersi se l’estensore della nota abbia mai messo piede a Bologna visto che pare narrare una città immaginaria”.
“In questi anni come Collettivo Universitario Autonomo – concludono gli studenti – abbiamo aperto ragionamenti che provano andare nella direzione di uno sguardo sempre più complessivo sui bisogni della zona, con progetti che dal basso (e non calati dall’alto senza conoscere un minimo il territorio) che provano ad andare nella direzione del miglioramento. Dai progetti culturali ai momenti dove far riemergere la memoria storica della zona, la riqualificazione degli spazi e anche le iniziative di socialità. Si, perchè crediamo sia importante che le migliaia di giovani che attraversano tutti giorni queste strade non debbano per forza incappare negli effetti delle ordinanze comunali, che producono una socialità da bar fatta quasi esclusivamente di cicchetti. Tutte attività e progetti molto spesso frequentate e partecipate dai residenti della zona. Non possiamo quindi che solidarizzare con il Cas, con i residenti della zona universitaria costretti a subire gli effetti dell’incapacità della politica e dell’amministrazione, e con tutti quei giovani e giovanissimi che erano in Piazza Aldrovandi colpevoli di vivere due ore di aggregazione, cultura e socialità fuori dallo schema di Confcommercio o del nichilismo consumistico. In ultimo non possiamo che annotare quanta distanza e ostilità intercorre tra politica di palazzo e i giovani e giovanissimi della nostra città spremuti da caro vita e caro affitti e aggrediti per mezzo stampa, repressione, ordinanze e politiche miopi e fallimentari. I giovani e le giovani di Bologna pretendono rispetto, che a forza di provocare, sfruttare e umiliare poi la corda di spezza!”.