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Occupazione sede servizi sociali Navile: “Ottenuta la garanzia del blocco sfratto”

Plat, che ieri ha messo in atto la protesta insieme al Si Cobas: “Lunedì ci sarà un incontro ufficiale per l’effettiva presa in carico del nucleo familiare di Omar e Khady e la risoluzione definitiva della loro questione abitativa”.

30 Giugno 2022 - 11:44

“Dopo aver conquistato la garanzia del blocco dello sgombero, lunedì alle 13 ci sarà un incontro ufficiale per l’effettiva presa in carico del nucleo familiare e la risoluzione definitiva della loro questione abitativa”. E’ l’aggiornamento comunicato da Plat – Piattaforma di intervento sociale dopo l’occupazione della sede dei Servizi sociali del quartiere Navile, messa in atto ieri insieme al Si Cobas per chiedere “una soluzione del problema abitativo vissuto dalla famiglia di Omar, Khady e dei loro cinque bambini”. Così le/gli attiviste/i ricostruiscono tutta la vicenda: “Omar è un operaio di Gls iscritto al sindacato Si Cobas a cui nel 2014 hanno pignorato la casa, da quel momento in poi inizia un’odissea senza fine, per lui e per tutta la sua famiglia. Prima pignorati, poi spostati dai servizi sociali in una struttura di Bologna e da ultimo, nel 2016, spostati nuovamente in una struttura nel Comune di Malalbergo, nella Città Metropolitana di Bologna, a 30 km dal capoluogo, dove i figli hanno continuato ad andare a scuola, tra mille disagi. Da ieri la famiglia di Khady ed Omar è diventata occupante senza titolo, e quindi soggetta a sgombero immediato, proprio nell’appartamento in cui erano stati inseriti dai servizi sociali. Da un anno, questa famiglia sta chiedendo di farsi carico della sorte di cinque minori sotto sfratto, ma fino ad oggi il servizio sociale bolognese si è sempre sottratto, rimpallando la responsabilità dell’emergenza al comune di Malalbergo, inventandosi addirittura fantomatiche norme sulla non validità della loro residenza”.

Ieri mattina, “grazie alla solidarietà e all’intransigenza degli attivisti e delle attiviste di Plat e del Si Cobas- continua il comunicato- il Comune di Bologna ed i servizi sociali, rappresentati dal direttore generale del quartiere Navile Donato Di Memmo e della responsabile dei servizi sociali del quartiere Navile Milena Braca, sono stati costretti ad ammettere che la residenza del nucleo familiare è a Bologna, in quanto nel medesimo Comune risulta ammessa la domanda di cassa popolare fatta dal nucleo familiare. Quindi la responsabilità di reperire una soluzione abitativa all’emergenza vissuta da Omar, Khady ed i loro cinque figli spetta a Bologna. Pertanto dopo aver conquistato la garanzia del blocco dello sgombero, lunedì alle 13 ci sarà un incontro ufficiale per l’effettiva presa in carico del nucleo familiare e la risoluzione definitiva della loro questione abitativa. E’ inaccettabile che centinaia di famiglie siano costrette a lasciare la propria casa senza soluzione alcuna, mentre a causa della pandemia e della guerra ci troviamo a dover fare i conti con un inflazione al 7%, all’aumento dei prezzi dei beni di prima necessita che stanno portando ad un aumento sconsiderato del costo della vita. Per questo come Piattaforma di intervento sociale e come Si Cobas abbiamo deciso di metterci in gioco e schierarci al fianco di chi a deciso e deciderà di rompere il silenzio e la solitudine ed organizzarsi. Unica soluzione reale contro la speculazione immobiliare, la rendita e all’aumento degli sfratti”.