Servizi scolastici in appalto, Sgb proclama lo stato di agitazione | Mario Paciolla morto in Colombia, Làbas: “Ha contribuito alle attività dell’ex caserma Masini occupata, ci uniamo alla famiglia e agli amici per chiedere verità e giustizia” | A Imola oggi il “Rivolta Gaya 2020” | Noi Restiamo: “Piazza San Francesco chiusa? Specchietto per allodole”.
“Servizi scolastici in appalto: vogliamo i nostri soldi!”. Sgb proclama lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori delle coop Quadrifoglio e Orsa di Bologna, San Lazzaro e Medicina. La scorsa settimana si è svolto un tavolo sindacale con le cooperative per discutere sulla richiesta della Fis ordinaria 2020 e all’accordo proposto unilateralmente dalle aziende “Sgb ha risposto proponendo modifiche fondamentali per la tutela dei lavoratori, cioè la garanzia di avere il dovuto nelle buste paga mese per mese e soprattutto il necessario impegno economico da parte dei datori di lavoro, nel caso la richiesta Fis non andasse a buon fine. Richieste necessarie in quanto la Fis ordinaria 2019 i lavoratori non l’hanno mai ricevuta. Come Sgb siamo quindi stati costretti a dichiarare lo stato di agitazione in previsione di uno sciopero, in quanto a nessuna delle nostre richieste al tavolo di trattativa si è data risposta, e per i motivi che seguono il giorno 23 saremo in prefettura con le aziende per l’ultimo tentativo di conciliazione”.
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“Abbiamo conosciuto Mario Paciolla all’ex caserma Masini occupata”, scrive Làbas in merito al volontario di 33 anni morto in Colombia pochi giorni fa: “Mario ha contribuito per un periodo, con generosità, ad alcune attività di Làbas prima di trasferirsi in Colombia. La notizia della sua morte per circostanze affatto chiare mentre svolgeva una collaborazione con l’Onu ci lascia sgomenti: ci uniamo all’appello della sua famiglia, dei suoi amici e dei suoi compagni per chiedere verità e giustizia per Mario. Facciamo girare e firmiamo la petizione“.
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“Scendiamo in piazza tutt* per far sentire la nostra voce, per mostrare che ci siamo e siamo fiere e orgogliose e adesso ci riprendiamo tutto”. Così Rivolta Gaya Imola Pride che oggi a Imola ha promosso la manifestazione “Rivolta Gaya 2020” in piazza Gramsci. “Pretendiamo di essere riconosciute come soggettività libere e/o come famiglie che già siamo, vogliamo avere accesso alla procreazione assistita e vogliamo che l’adozione sia regolarizzata per tutt*. Durante il lockdown il diritto all’aborto è stato messo nuovamente sotto attacco e anche il Consultorio di Imola ha sospeso il servizio di erogazione della pillola anticoncezionale: l’accesso alla salute deve essere garantito a tutte! Manifestiamo per la salute pubblica, la prevenzione, per terapie senza discriminazione per le persone trans e lottiamo contro lo stigma che colpisce ancora le persone sieropositive. Siamo solidali con il movimento Black Lives Matter, contro tutte le discriminazioni razziste e sessiste che colpiscono le persone migranti”.
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Da un paio di giorni l’aspetto di piazza San Francesco è “transenne e polizia e guai a chi si avvicina! Durante la pandemia- scrive Noi Restiamo– i capri espiatori del contagio erano i runner, oggi sono i giovani irresponsabili e la ‘movida’. Quello che non è cambiato è la realtà: oggi come ieri i contagi avvengono nei luoghi della produzione, dove i lavoratori sono stati costretti a lavorare durante il picco epidemico e ancora oggi lavorano spesso senza dpi e misure a tutela della loro salute. I focolai alla Bartolini e alla Tnt ne sono prove evidenti, come le denunce che da mesi provengono da lavoratori e sindacati di base. La movida è solo uno specchietto per le allodole, è il profitto dei padroni e la connivenza di una classe politica servile a mettere a rischio la salute pubblica!”.