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Morte alla Dozza: suicida un detenuto

Due giorni fa l’uomo si è tolto la vita impiccandosi. A livello nazionale nei primi otto mesi del 2022 si è registrato più di un suicidio in carcere ogni quattro giorni ed il bilancio più negativo di sempre: “Indicatore di malessere di un sistema che necessita profondi cambiamenti”, sottolinea Antigone.

03 Settembre 2022 - 11:11

Un’altra morte alla Dozza. Si tratta di un suicidio, avvenuto due giorni fa: a togliersi la vita, impiccandosi, è stato un detenuto di origine straniera con problemi di natura psichiatrica. Va verificato “con urgenza lo stato di applicazione, a livello locale, del piano nazionale per la prevenzione dei suicidi in carcere” magari “iniziando a immaginare una sua attuazione più incisiva”, afferma il Garante dei detenuti, Antonio Ianniello, commentando la notizia. Anche perché, ricorda Ianniello, nell’istituto bolognese continua ad esserci “una permanente condizione di sovraffollamento (ben oltre 200 persone oltre la capienza regolamentare di 502)”, a cui si sommano “carenze di organico nelle varie aree (nel corso di quest’ultimo anno la carenza di professionisti medici si è aggravata, aggiungendosi alle pregresse carenze relative all’area educativa e della sicurezza), precaria qualità della condizioni detentive, complesse e difficili condizioni operative per chi presta servizio in carcere”.

Allargando lo sguardo rispetto alla situzione della Dozza, poi, i dati che emergono a livello nazionale sono allarmanti: non ci sono mai stati, nei primi due terzi dell’anno, tanti suicidi in carcere come nel 2022. Da gennaio ad agosto si sono tolte la vita ben 59 persone, più di una ogni quattro giorni. Nel solo mese di agosto si è raggiunta la cifra di 15 suicidi. Così a otto mesi dall’inizio dell’anno è già stato superato il totale dei casi registrati nel 2021, che era pari a 57 decessi. Sono i numeri contenuti nel Dossier sui suicidi in carcere nel 2022 realizzato dall’associazione Antigone. Dallo stesso dossier emerge che il tasso di suicidi, ossia la relazione tra il numero di decessi e le persone detenute mediamente presenti nel corso dell’anno, è (nel 2021) di 10,6 casi ogni 10.000 persone detenute: dato 16 volte più alto rispetto a quello che si registra fuori dai penitenziari.

Tornando alle 59 persone che si sono tolte la vita in carcere nel 2022, quattro erano donne (a fronte di una popolazione detenuta femminile che rappresenta solo il 4,2% del totale) e l’età media delle/i detenute/i suicide/i è di 37 anni: la fascia più rappresentata è quella tra i 30 e i 39 anni, con 21 casi. Le persone di origine straniera erano 28, ossia il 47,5% dei casi: “Tenendo conto che la percentuale di stranieri in carcere è ad oggi leggermente inferiore a un terzo della popolazione detenuta totale (17.675 su 55.637)- dice Antigone- ciò implica che il tasso di suicidi è significativamente maggiore nei detenuti di origine straniera rispetto agli italiani: il primo è quasi il doppio del secondo”.

Se i numeri relativi ai suicidi in carcere diventano così elevati “non si può non guardarli con un’ottica di insieme. Come un indicatore di malessere di un sistema che necessita profondi cambiamenti”, sottolinea Antigone.