E in Emilia-Romagna ci sono 3.315 detenute/i su una capienza regolamentare di 3.007 unità. Nel carcere bolognese, intanto, la direzione definisce “risolto, sia pure non completamente, il problema dell’acqua”.
In base ai dati del ministero della Giustizia aggiornati al 30 giugno 2022, in Emilia-Romagna ci sono 3.315 detenute/i su una capienza regolamentare di 3.007 unità: fra questi, 1.584 straniere/i, 139 donne e 61 detenute/i in semilibertà. Tra loro, 405 sono in attesa di giudizio, 371 non hanno ancora avuto condanne definitive (182 appellanti, 142 ricorrenti e 47 con a carico più fatti); i condannati definitivi sono invece 2.484, mentre gli internati in case lavoro e colonie agricole arrivano a 55. Non risultano, in questa fase, detenute madri con figli al seguito. Sulla capienza, le situazioni delle diverse strutture vede: alla Dozza di Bologna 761 presenze rispetto alle 502 consentite, a Reggio Emilia 344 su 293, a Ferrara 337 su 244, a Modena 400 su 369, a Parma 690 su 655, a Rimini 142 su 109, a Ravenna 78 su 55, a Forlì 141 su 146, a Piacenza 345 su 416, nella casa lavoro di Castelfranco Emilia 77 su 218. In regione, poi, la detenzione domiciliare riguarda 930 persone, tra cui 77 donne (di cui 30 straniere) e 471 stranieri.
Nel frattempo alla Dozza “abbiamo risolto, sia pure non completamente, il problema dell’acqua”, fa sapere la direzione del carcere. E il caldo record di questi giorni? “Abbiamo dotato le salette del terzo piano di ventilatori per attenuare la calura e stiamo lavorando per dotare tutte le salette di socialità di ventilatori”, riferisce la direzione, aggiungendo che “chiaramente al terzo piano la calura si sente particolarmente”.