Presidio in piazza Maggiore, poi corteo fino a piazza Verdi di tanti solidali con la nave Mare Jonio, che dopo lo sbarco ieri a Lampedusa è stata posta sotto sequestro probatorio dalla Guardia di Finanza. Gli attivisti ai megafoni: “Giù le mani dalla Mare Jonio”.
La solidarietà a Mediterranea Saving Humans e alla nave Mare Jonio prende, di nuovo, la forma di quel “ponte fra mare e terra” di cui in tante occasioni gli attivisti impegnati nel monitoraggio e salvataggio dei migranti in mare hanno parlato. La nave, che ieri era sbarcata nel porto di Lampedusa, è stata poi posta sotto sequestro probatorio su iniziativa della Polizia Giudiziaria, nello specifico della Guardia di Finanza. A Bologna – mentre nelle stesse ore si svolgevano cortei e presidi di solidarietà in numerose altre città – in tanti si sono ritrovati per un presidio in piazza Maggiore, sfociato successivamente in un corteo, che ha attraversato via Rizzoli per poi passare sotto alle Due Torri e dirigersi verso piazza Verdi, dove si è concluso.
La manifestazione ha voluto “rivendicare con orgoglio che le persone vanno salvate quando si trovano in mezzo al mare”, così hanno gridano al megafono gli attivisti. Numerosi gli interventi e le letture ai microfoni: fra questi anche il racconto dell’esperienza di una donna migrante trattenuta e torturata in Libia in un centro di detenzione, dopo essere stata intercettata mentre tentava di attraversare il Mediterraneo, “costretta a spogliarsi, le sono state legate le caviglie con le corde, la testa fermata da una barra di ferro, poi è stata picchiata con dei tubi di metallo. Più di un anno dopo questi fatti, quando la donna ha parlato con i funzionari delle Nazioni Unite, le torture erano ancora visibili”.
Durante il presidio gli attivisti hanno anche voluto ricordare Lorenzo detto Orso “ammazzato in Siria dall’Isis” che prima di morire ha lasciato “una lettera, scrivendo che ogni tempesta inizia da una singola goccia, dicendoci ‘cercate di essere voi quella goccia’. Noi pensiamo che dobbiamo essere quello, come è stata ieri Mediterranea, che ha fatto una cosa normale, semplice: ha deciso di disobbedire a un ordine ingiusto di non entrare in acque territoriali italiane, ha deciso che le cinquanta persone salvate in mezzo al mare dovevano sbarcare il prima possibile. E’ stata una piccola vittoria, un piccolo segnale in controtendenza rispetto a quello che sta succedendo in questo paese. Se vogliamo che questa goccia si trasformi in tempesta non sarà sufficiente Mediterranea, ma dovremo essere tutti quanti noi a impegnarci perché lo diventi”.
Infatti, hanno detto ancora gli attivisti, “la nave Mar Jonio ce la riprenderemo. Con questo salvataggio abbiamo dato una spallata a questo schifo di governo, che costruisce paura. Vogliamo urlare che la Mar Jonio deve tornare al più presto a navigare nel Mediterraneo centrale, alla faccia della propaganda fatta da questo governo. E alle quarantanove persone sbarcate ieri diciamo: siete i benvenuti!”
> Video dal corteo: