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Le scuole d’infanzia comunali “già con l’acqua alla gola”

Sgb: “La totalità delle ore a disposizione per pulizia e sanificazione è nettamente diminuita, cosa che non garantisce un corretto ed efficace espletamento del lavoro”. Usb all’Ufficio scolastico provinciale: “Amarezza e perplessità per le ennesime nomine a distanza, poco trasparenti, inique e penalizzanti soprattutto per i docenti precari con anni di servizio alle spalle”.

13 Settembre 2022 - 13:58

“A 12 giorni dall’inizio dell’anno educativo, le scuole dell’infanzia comunali sono già con l’acqua alla gola”, avverte l’Sgb: “Formalmente lo stato di emergenza è terminato ma non nella realtà scolastica, dove, giustamente, permangono necessità di pulizia e continua sanificazione. I lavoratori della cooperativa Rekeep, a cui è affidato l’incarico, si sono visti tagliare le ore di presenza/lavoro nelle scuole, con un piano orario spezzato, che prevede diversi stacchi, che possono arrivare anche a 60 minuti e non retribuiti. La totalità delle ore a disposizione per pulizia e sanificazione è nettamente diminuita, cosa che non garantisce un corretto ed efficace espletamento del lavoro. Edifici scolastici, teatro di cantieri per manutenzioni e migliorie durante il periodo estivo, non riconsegnati con lavori terminati alla data dell’1 settembre, giorno di riapertura dei servizi. Esempio ne è la scuola dell’infanzia Mario Rocca che, aprirà ad un’utenza ristretta (ovvero solo i bambini già frequentanti e solo per le famiglie che effettivamente hanno chiesto di frequentare – chi può li tenga a casa, la richiesta dell’Amministrazione) nei suoi locali (erano stati spostati presso un altro plesso scolastico già dal giugno scorso) e non ai nuovi iscritti, che dovranno aspettare un altro po’, solo oggi, 12 settembre (ieri, ndr), mentre tutte le altre scuole dell’infanzia hanno aperto le porte ai bambini vecchi iscritti il 5 settembre e il 7 settembre ai bambini più piccoli, che iniziano il loro percorso educativo. Taglio delle deroghe su sostegno ai bambini più fragili, perché i certificati Cis (Certificazione per integrazione scolastica) tardano ad arrivare, precludendo, di fatto un sereno percorso di inclusività”.

Sgb quindi chiede: “Ridiscussione dell’orario di lavoro che sia adeguato alle esigenze, continuativo nella distribuzione giornaliera e remunerato adeguatamente per i dipendenti della cooperativa Rekeep, e che possa garantire a tutte le scuole dell’infanzia un ambiente sano e pulito; reintegro delle deroghe per i bambini in attesa di Cis; ambienti di vita scolastica e lavoro sicuri per bambini, famiglie e lavoratori. Che cosa fa il Comune di Bologna? Il sindaco Lepore ed il suo assessore Ara, che cosa prevedono di fare concretamente per risolvere queste problematiche prima che altre, che sono alle porte, vengano alla luce?”.

L’Usb scuola, invece, ha promosso per la giornata di ieri un presidio davanti all’Ufficio scolastico provinciale. “Tutti in cattedra l’1 settembre!”, scrive il sindacato, “è stato uno dei proclami demagogici più frequenti degli ultimi mesi sia al ministero dell’Istruzione che nei vari Uffici scolastici provinciali, ma tutti chi? Ora che sia il primo che il secondo turno di nomine per gli incarichi annuali da Gps nella provincia di Bologna si sono conclusi, non possiamo nascondere amarezza e perplessità per le ennesime nomine a distanza, poco trasparenti, inique e penalizzanti soprattutto per quei docenti precari con anni di servizio alle spalle, costretti ad aspettare ancora un incarico. Infatti in base alla procedura informatizzata in vigore dallo scorso anno, l’assegnazione degli incarichi annuali è avvenuta tramite lo scorrimento delle graduatorie senza che fossero note tutte le effettive disponibilità sul territorio, comprese le rinunce della prima tornata di nomine. Di conseguenza molti precari storici si sono visti scavalcare da chi ha un punteggio molto inferiore, rendendo inutile la funzione stessa della graduatoria. Ritenendo il precariato del personale docente come uno dei problemi più urgenti della scuola pubblica italiana, e considerando l’estrema gravità di questa ingiusta situazione per moltissime lavoratrici e lavoratori, ci sembra ancora più urgente riproporre: 1) l’assunzione per tutti i precari con almeno tre anni di servizio effettivo, assunti in base al proprio punteggio, sommativo di servizio e titoli; 2) una convocazione delle Gps in presenza, in un’unica sede per provincia, con scaglioni di turno di nomina basati sulla posizione in prima o seconda fascia e sul punteggio del docente, come avveniva prima delle Gps, quando le nomine avvenivano oggettivamente dopo un numero minore di ricorsi, correzioni ed esclusioni; 3) la cancellazione della modalità da scorrimento nelle Gps e passaggio a una modalità che torni a convocare dal primo dei non nominati e non dal primo degli esclusi; 4) l’avvio della procedura straordinaria abilitante, indetta dal Miur nel luglio 2020, che farebbe passare dalla seconda alla prima fascia molti precari storici non abilitati e per la quale i docenti iscritti hanno già pagato una tassa”.