Acabnews Bologna

In piazza “lo scontrino del lavoro invisibile” per reclamare reddito di autodeterminazione [foto+video]

Nella prima delle due manifestazioni dell’otto marzo, sul crescentone le tematiche dello sciopero transfemminista: le rivolte in Iran, l’interruzione volontarie di gravidanza, il consenso e la violenza, la critica della famiglia e altro ancora.

08 Marzo 2023 - 16:21

Nel corso del presidio di stamattina convocato da Non una di Meno in piazza Maggiore, una delle numerose iniziative in programma nella giornata internazionale delle donne, le manifestanti hanno presentato il conto. Un lungo scontrino è stato compilato sul crescentone, con decine di voci: “La frustrazione di non essere ascoltata”, “l’assistenza emotiva”, “ingoiare rospi”, “cucinare”, “curare il proprio aspetto”, “fare la centralinista per tutti”, “mediare i conflitti”, “spegnere l’ego del maschio”, “essere pagata men dei colleghi”, “capire il sito dell’inps”, “sorridere alle riunioni”, “rinunciare al lavoro per essere madri”, “pulire casa”, “sopportare parenti sessisti”, “tenere sempre botta” e molte altre ancora. È tutto il lavoro “retribuito e  non invisibile” per cui chiedono a gran voce “reddito di autodeterminazione per tutte”.

“Ci è sembrato il momento di presentare lo scontrino, e anche fare un po’ i conti con tutto il lavoro che facciamo che non è retribuito – spiega un’attivista di Non una di meno Bologna –  e quindi è un po’ questa l’idea provocatoria di cercare di capire qual è il lavoro che facciamo ogni giorno a casa e farlo vedere proprio anche in maniera partecipativa, perché tutte possono aggiungere le ulteriori mansioni che svolgono nelle proprie case e far vedere che questo lavoro esiste, non è retribuito e quando lo è, perché comunque esiste anche il lavoro salariato di cura è invisibilizzato e mal retribuito”.

Tanti i cartelli e i fazzoletti fucsia, la piazza è stata animata da numerosi altri interventi e iniziative, come un laboratorio sul consenso e la decostruzione della violenza e una serie di foto scattate in piazza e diffuse sui social network per ritrarre provocatoriamente le “sfamiglie queer”. Molto spazio anche alla denuncia dell’obiezione di coscienza che rende quasi impossibili le interruzioni volontarie di gravidanza negli ospedali pubblici (ieri c’è stato un presidio all’ingresso del policlinico Sant’Orsola-Malpighi) e al racconto della rivolta delle donne in Iran: nel video che segue la testimonianza di un’attivista.

(l’articolo prosegue sotto i contenuti multimediali)

Bologna, 8 marzo 2023: manifestazione del mattino in piazza Maggiore

“Siamo in piazza per il settimo anno consecutivo, siamo in piazza per le stesse ragioni, ma siamo in piazza anche perché le nostre condizioni di vita peggiorano – prosegue l’attivista, ricordando l’appuntamento del corteo che partirà alle 18 da piazza XX settembre – sono anni complicati a seguito della pandemia, dove comunque le condizioni di vita delle donne e dei soggetti femminilizzati sono ancora peggiorate”. E poi ci sono “il carovita e l’inflazione”, e un nuovo Governo che “non fa altro che promuovere le proprie politiche familistiche e che promuove politiche apertamente razziste, pochi giorni fa c’è stata la strage di Cutro. Siamo in piazza per questo e per questo il nostro slogan quest’anno è ‘scioperiamo ovunque'”, conclude l’attivista.