Notificati due divieti di dimora dalla città e due obblighi di firma quotidiani per accuse legate alla giornata di mobilitazione antifascista dello scorso 16 febbraio, messa in campo per impedire un comizio elettorale di Roberto Fiore.
“Neanche il tempo di accogliere con grande soddisfazione la notizia di una Cassazione che fa cadere l’impalcatura accusatoria nei confronti di 5 attivisti della nostra comunità per la vicenda dello sgombero di Làbas, che questa mattina ci svegliamo con la notifica di quattro misure cautelari nei confronti di compagni che il 16 febbraio 2018 erano in piazza Galvani per impedire che la città Medaglia d’Oro alla Resistenza venisse offesa dalla presenza – garantita da uno strano concetto di espressione democratica – di qualche decina di neofascisti di Forza Nuova. Due divieti di dimora dalla città di Bologna, due obblighi di firma quotidiani dalle autorità competenti”. Lo riferiscono Tpo e Labas: “Se non fosse che dietro questi provvedimenti ci sono vite, cuori di compagni che ogni giorno si battono per una città più accogliente, se non fosse che nel merito del giudizio emerge una sostanziale sproporzione tra fatti avvenuti e provvedimenti (preliminari, che è un modo diverso per dire ‘senza diritto di contestabilità’) presi, se non fosse che quella giornata del 16 Febbraio rappresenta il volto migliore di una società che è invece trascinata dal nuovo governo in una spirale di xenofobia e autentico razzismo, verrebbe quasi da ignorarle queste misure, che peraltro hanno tutto il sapore di una vendetta giudiziaria che poco ha a che fare con il concetto di Giustizia. Ma questo non possiamo farlo, non vogliamo farlo. Sapete perchè? Perchè ogni volta che ci si ritrova ad avere a che fare con l’accanimento repressivo, ci sono due modi di viversi lo stesso: con senso di sconfitta e introiezione di colpevolezza, oppure con l’umiltà e la presunzione di riscoprirsi dalla parte giusta della storia. Tutto ciò significa dirsi che non lasceremo mai al silenzio le ingiustizie e che non saremo mai indifferenti e complici della guerra ai più deboli: che siano fratelli o sorelle stipati in una nave lasciata in balia del mare, che sia una città ed un Paese che ha estremo bisogno di riscoprirsi accogliente e solidale. Ci sarà il tempo per un’analisi più approfondita sulla vicenda, ma di questi tempi è bene dirlo: non faremo mai un passo indietro e nessuno/a resterà solo/a. Andrea, Stefano, Ema, Filippo liberi subito. Avanti insieme!”.
Dal Laboratorio Crash: “Esprimiamo solidarietà ai compagni antifascisti colpiti dalle misure cautelari per la straordinaria giornata di lotta, che dalla mattina fino alla sera diede filo da torcere ai fascisti di Forza Nuova, delegittimando dal basso la scelta istituzionale di garantire il loro comizio e divenendo punto di riferimento del sentimento antifascista della città manifestatosi concretamente con le migliaia di uomini e donne che parteciparono al corteo della sera contrastato dalle cariche della celere armati di manganelli e scudi, idranti, elicotteri e lacrimogeni”.
E il Cua: “Questa mattina due attivisti di Labas, un compagno di Imola e uno di Trento, hanno ricevuto dalla procura bolognese divieti di dimora e obblighi di firme per la manifestazione antifascista del 16 febbraio contro il comizio di Forza Nuova. Solo pochi giorni fa Mustafa è stato condannato ad anni di carcere per la manifestazione di Piacenza, e prossimamente anche il nostro compagno Dibi, e Giorgio, dopo mesi di carcere vedrà l’inizio, secondo il rito ordinario del processo- ‘ripicca dello Stato’ – per il ‘febbraio antifascista’ per cui altri compagni di Torino sono sotto misura cautelare”. Ma, aggiunge il collettivo, “crediamo che ad essere importante per noi oggi non sia il dato repressivo ma la sostanza politica che questi episodi di lotta costruiti con tenacia e passione da tutti e tutte noi ci consegnano: c’è rabbia e voglia di protagonismo tra i compagni e le compagne migranti ormai furibondi per la situazione in cui sono costretti a vivere, così come c’è voglia di riscatto e iniziativa da parte delle giovani generazioni tradite da tutti i governi e che non sopportano più le ennesime promesse, per giunta paternalistiche, dei giallo/verdi. Crediamo che tutto questo non sia poco, ed è la giusta spinta per iniziare una nuova avventura collettiva nel segno dell’antifascismo, dell’antirazzismo e dell’antisessismo militante”.