Circa duecento persone hanno manifestato, distanziate grazie anche a segnaposti in terra, davanti alla sede dell’assemblea regionale nella giornata organizzata da Adl Cobas, Sgb e Si Cobas e attraversata da numerose realtà autogestite cittadine per dare il via a una “fase due delle lotte”.
Diritto alla salute sul luogo di lavoro, reddito di base incondizionato e una soluzione per gli affitti a fronte della crisi economica determinata dall’epidemia del Covid-19: sono alcune delle rivendicazioni portate in piazza da sindacati di base Adl Cobas, Si Cobas e Sgb che questa mattina insieme a numerose realtà autogestite hanno manifestato davanti all’ingresso del palazzo della Regione in via Aldo Moro. Circa duecento i partecipanti al presidio, che ha visto scendere in piazza educatori sociali e del doposcuola in appalto, riders, facchini dello spettacolo e della logistica, lavoratori del turismo, inquilini, medici specializzandi. Un focus è stato dedicato inoltre ai temi della scuola, con la richiesta di investimenti e di classi meno numerose ma che garantiscano a studentesse e studenti di poter essere presenti negli istituti alla riapertura. Fra i numerosi striscioni anche uno per “rilanciare lo sciopero delle donne” e tanti cartelli per il diritto alla sanità per tutte e tutti. La protesta si è svolta osservando il distanziamento fisico e utilizzando i dispositivi di protezione individuale, a tutela della salute di tutti, come ricordato anche nell’evento pubblicato su Facebook nei giorni scorsi, con tanto di ‘x’ distanziate sul terreno per indicare dove posizionarsi durante il presidio.
Tra le realtà promotrici, Adl ha diffuso un video su Facebook e un riassunto delle richieste portate dai manifestanti: “La fase 2..delle lotte! Siamo in tantissime e tantissimi sotto la Regione, nel rispetto delle distanze ma determinati a pretendere: sblocco immediato degli ammortizzatori sociali e istituzione di un reddito universale; riforma radicale e strutturale del sistema di welfare e della sanità pubblica; diritto alla salute pubblica e nei luoghi di lavoro; difesa del lavoro precario e in genere, del salario e del reddito per tutti; aumento delle risorse finanziarie per la spesa sociale, attraverso patrimoniale, fiscalità fortemente progressiva; taglio alle spese militari, e riconversione in senso ecologico del modello produttivo”. Video sono stati pubblicati anche dalle pagine Facebook di Si Cobas, Sgb, Tpo e Vag61, mentre i ciclofattorini di Riders Union Bologna hanno pubblicato queste parole: “Siamo sotto la sede della Regione Emilia Romagna: diritti, reddito e sicurezza per tutt*! Insieme ad altre sigle sindacali stiamo prendendo parte al presidio in viale Aldo Moro, per rivendicare sicurezza e piene tutele per i riders e non solo. Essere un ‘servizio essenziale’ vuol dire avere un contratto vero, paga oraria, non essere licenziati indiscriminatamente e aver garantita la propria salute sul luogo di lavoro. Pretendiamo tutti i diritti del lavoro subordinato e l’immediata introduzione di un protocollo regionale che obblighi le aziende a rispettare quello che è già previsto dalle leggi sul lavoro e da alcune importanti sentenze. Le piattaforme la smettano di evadere le regole e la Regione la finisca di tergiversare. La fase 2 delle lotte è appena iniziata, noi continuiamo ad organizzarci! Non per noi ma per tutt*”. Era in piazza anche Social Log, “per dare solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici e per portare anche noi un segnale di risposta e di antagonismo, che parli di una trasformazione reale nel mondo del lavoro e per un reddito universale e incondizionato. Non vogliamo pagare ancora una volta questa crisi capitalista, ci si vede in tutte le piazze di lotta che ci auguriamo di incontrare!”. Si segnala infine la presenza degli inquilini in sciopero dell’affitto di Rent Strike Bolognina, che sui social hanno pubblicato il video del loro intervento e che reggevano uno striscione con la richiesta di “una sola grande opera: casa, reddito, sanità”.