Sono le parole testuali risuonate oggi in Consiglio. Intanto Merola ipotizza di dotare la polizia Municipale di piccole telecamere sul bavero della giacca (un’idea del Sap!): “Però in questo paese c’è la privacy”.
C’era da tapparsi le orecchie oggi nell’aula consiliare di Palazzo d’Accursio, dove il Pd sembra essere tornato preda dei suoi peggiori istinti legalitari, spingendosi al limite del razzismo. Una consigliera ha espresso infatti la sua costernazione per “la costante presenza degli zingari (sic!) alla stazione centrale” che “importunano i viaggiatori alle macchinette dei bagni, nel sottopasso e su tutti i binari”, così come per “le azioni costanti di accattonaggio sotto il voltone del podestà”. Il là viene come facile immaginarie dal dibattito isterico che si trascina da giorni sulla zona universitaria, con piazza Verdi dipinta come “ostaggio di un sistema misto di illegalità e teppismo che ingenerano nei cittadini senso di paura, di insicurezza e anche di impotenza e indignazione”.
Ma non scherza neanche Merola, che chiacchierando con i giornalisti a margine del Consiglio, ha parlato di come si potrebbero attrezzare i vigili in pattuglia tra le facoltà: “C’è la possibilità di metterti qui una videocamera”, ha detto indicandosi il bavero della giacca, aggiungendo bontà sua che “però in questo paese c’e’ la privacy”. Un’idea, per inciso, che porta il copyright del Sap, il sindacato di polizia che dedicò un’ovazione agli assassini di Federico Aldrovandi.
Insomma “fatecelo verificare il modello Sisti”, chiosa il sindaco, evocando un video girato sabato notte dal portavoce del comitato Via Petroni e dintorni, Giuseppe Sisti, mentre parlava con alcuni ragazzi e con un poliziotto. Non sarebbe all’ordine del giorno, invece, per fortuna, la possibilità di dotare i vigili di spray e manganello (un refrain che salta fuori ciclicamente da anni), ma in ogni caso, mette in chiaro Merola, “la Municipale ha bisogno di strumenti maggiori”.