Adl Cobas: “L’unica certezza ad oggi è la disomogeneità da parte di cooperative e Comuni”. Usb: “Così lavoratori Gd aiuteranno famiglie in difficoltà”. Sgb: “Dal Comune nessuna risposta alle richieste inviate in due mesi. Serve presidio medico in Liber Paradisus”. Forum per diritto alla salute rilancia l’appello per il ritiro della preposta sul regionalismo differenziato.
“Con la scorsa settimana sono arrivate oramai a tutte e tutti le buste paga di marzo e con loro i primi dolori per molti educatori ed educatrici scolastici e domiciliari della Regione Emilia-Romagna, tra l’incertezza e il dubbio che hanno caratterizzato quest’ultimo mese, alimentato da un susseguirsi di comunicazioni nelle caselle e-mail: cooperative che dapprima dichiarano di scaricare ferie e permessi e poi di ricorrere al Fis, altre che avvertono con dispiacere di non avere liquidità disponibile e di non poter pagare il Fis nella busta paga di marzo affrettandosi a spiegare ai lavoratori la procedura di anticipazione dell’ammortizzatore sociale da parte delle banche, altre che rivedono le proprie decisioni e anticipano il Fis”, scrive l’Adl Cobas in un comunicato. “L’unica certezza ad oggi è la disomogeneità che ha contraddistinto la gestione di questa emergenza sia da parte delle cooperative che dei Comuni del territorio Regionale, tra educatori con buste paga a zero e quelli con retribuzione al 60%. Non ci sono state regole chiare a livello nazionale per una gestione del lockdown che non facesse ricadere il caro prezzo sulle spalle di lavoratori e lavoratrici e di conseguenza sulle famiglie che normalmente usufruiscono dei servizi. L’unica decisione chiara e tempestiva è stata la chiusura delle scuole che ha di fatto lasciato in balia degli eventi migliaia di lavoratori e lavoratrici in appalto e lasciando campo libero alle ooperative che gestiscono i servizi del territorio Regionale, che confermano ‘la regola’, adottando come già citato modalità confuse e contraddittorie nell’organizzazione del lavoro e nelle comunicazioni agli stessi lavoratori”.
Riferisce invece l’Usb: “Accogliendo una proposta partita già nelle scorse settimane da tanti lavoratori, nell’incontro di oggi Gd e tutta la Rsu hanno sottoscritto un verbale di accordo per dare vita a una raccolta solidale per le famiglie in difficoltà. Nell’ottica di concretizzare questo spirito di solidarietà si è deciso di intervenire in modo mirato sul territorio, andando ad aiutare le famiglie più bisognose attraverso una distribuzione di buoni spesa in collaborazione con il Comune. Ciascun lavoratore potrà donare il corrispettivo di una o più ore di lavoro per questa iniziativa; l’azienda si impegna a metterci almeno altrettanto, al fine di raccogliere una cifra sufficiente per dare sollievo a 1.300 famiglie”.
L’Sgb intanto riferisce che nei giorni scorsi c’è stato un incontro sull’emergenza coronavirus con l’amministrazione comunale. Sgb segnala di aver preso parola “smontando le lodi della dirigenza, accusandola di aver interrotto qualsiasi confronto con la Rsu e gli Rls, di non aver risposto a nessuna richiesta inviata in questi due mesi di pandemia, interrompendo di fatto le relazioni sindacali agli inizi di marzo. Come delegati Sgb abbiamo sottolineato il grande ritardo nella fornitura, tra l’altro scarsa dei Dpi e che solo grazie alla fortuna e al senso di responsabilità dei dipendenti, non si è sviluppata una epidemia nel Comune di Bologna”. Durante la videoconferenza “le nostre richieste sono state: un tavolo di confronto permanente e costante con la Rsu per affrontare meglio la fase 2 che sarà più complessa, con incontri regolari per confrontarsi su tutti i Settori e tutte le problematiche aperte dal covid-19; un tavolo specifico per nidi e scuole dell’infanzia per una riapertura che tuteli bambini e personale; l’istituzione di un numero telefonico e di una e-mail a cui rivolgersi per le emergenze;
· la presenza nelle due strutture più grandi del Comune ( Liber Pardisus e via E. Ferrari – sede della Polizia Locale ) di un presidio medico”. Aggiunge l’Sgb: “Riteniamo che se non vi saranno ulteriori possibilità di confronto, la situazione sia veramente grave e le relazioni sindacali sempre più inesistenti. Ci auspichiamo che questo sia il primo passo per una ripresa di un serio confronto sindacale, se così non fosse sull’incontro di ieri (martedì, ndr) abbiamo un’unica valutazione: è stato un incontro indecoroso”.
Infine, il Forum per il diritto alla salute Emilia-Romagna rilancia l’appello prodotto a marzo “per il ritiro della proposta di regionalismo differenziato della Regione Emilia-Romagna con particolare riferimento alla sanità e il potenziamento strutturale del Servizio Sanitario Nazionale”. Questo atto, ribadisce il Forum a distanza di altre settimane in emergenza, “reputiamo costituisca per le vittime, per i pazienti e per gli ancora esposti all’epidemia Covid-19 un atto dovuto. Lo è sia sul piano della politica sanitaria sia, più in generale, sul piano della svolta di politica economica in termini di ecosostenibilità e di ripubblicizzazione del welfare e, almeno, dei settori infrastrutturali strategici per lo sviluppo economico e sociale in Italia, che è necessario mettere subito in campo per affrontare in sicurezza e con successo sia la cosiddetta ‘Fase II’ che quelle, quando sarà, successive”.