“Le istituzioni non vogliano vedere, e di certo non vogliano affrontare, l’emergere delle nuove povertà”, denuncia SpReAd, lo Sportello per il reddito e l’autodeterminazione che riparte lunedì: nell’attività svolta finora, “in particolare nell’elaborare domande da rivolgere al Comune di Bologna abbiamo riscontrato da un lato gravi problemi tecnici delle pagine web, dall’altro esclusioni arbitrarie”.
Le misure di sostegno erogate dalle istituzioni per far fronte alla crisi scaturita dall’emergenza Covid? “Continuano a essere ampiamente insufficienti”, denuncia SpReAd, lo Sportello per il reddito e l’autodeterminazione nato a fine novembre nell’ambito delle attività della Colonna solidale autogestita, che lunedì 11 ripartirà con le attività di supporto per domande di accessi al reddito, compilazione di attestazioni Isee e per attività di ricerca e supporto su altre forme di accesso al welfare. “Nelle prime settimane di attività- racconta SpReAd- abbiamo elaborato richieste di Reddito di emergenza, richieste per i bonus proposti a specifiche categorie di lavoratori colpiti dagli effetti economici della pandemia, visto form online per richiedere l’iscrizione alle graduatorie delle case popolari, e abbiamo infine dato supporto in merito ad alcune domande di accesso al bonus affitti previsto dalla regione Emilia-Romagna e distribuito dai comuni. In particolare nell’elaborare domande e richieste da rivolgere al Comune di Bologna abbiamo riscontrato da un lato gravi problemi tecnici delle pagine web, dall’altro esclusioni arbitrarie dai bonus di soggetti che avevano presentato le domande. Nello specifico, abbiamo rilevato la sostanziale impossibilità di inviare domanda di iscrizione nelle graduatorie Acer per ottenere un alloggio di edilizia popolare, nonostante sulle pagine del Comune sia indicata la possibilità di inviare domanda attraverso il form da questo predisposto: nei fatti, si può accedere alla pagina solo attraverso gli account di identità digitale Federa assegnati dal Comune stesso, che però sono stati ormai interamente sostituiti dagli account Spid e quindi impossibili da ottenere”.
Continua il comunicato: “Ancora più grave ci sembra il diniego delle domande di accesso al contributo affitti. Abbiamo infatti potuto constatare come a fronte di alcune richieste finalizzate a ottenere le poche mensilità integrative previste dal contributo, siano giunti dinieghi immotivati e imperniati su criteri di valutazione del reddito davvero sbalorditivi: ad alcuni residenti che avevano fatto domanda è stato infatti negato il contributo perchè il loro reddito sarebbe stato accresciuto nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020 – comparati con lo stesso periodo del 2019 – dall’accesso al Reddito di Emergenza predisposto dall’Inps. Nelle mail di diniego inviate dagli uffici del Comune viene infatti considerato il Rem come un addendo da aggiungere ai normali redditi prodotti dal lavoratore. In Comune forse però non sanno come per accedere al Rem fosse necessario aver guadagnato da parte del richiedente meno di 400 euro nel mese di riferimento per il quale si chiedeva il Rem Inps. Insomma, le tabelle di calcolo inviate via mail dal Comune per negare l’accesso al contributo calcolano addirittura un aumento del reddito per i tre mesi citati del 2020. In sostanza il principio su cui si basava l’accesso al contributo teneva esclusivamente in conto una diminuzione del reddito del richiedente, senza fare alcuna valutazione generale delle condizioni reddituali. Ci sembra insomma di poter dire che il Comune e le istituzioni in generale non vogliano vedere, e di certo non vogliano affrontare, l’emergere delle nuove povertà, che riguardano tante e tanti lavoratrici e lavoratori, principalmente nell’ambito del precariato giovanile. Segnaliamo infine che le attestazioni Isee 2020 sono tutte scadute con la fine dell’anno solare. Tutte e tutti coloro che volessero avere una nuova attestazione dovranno dunque rifarla a partire da gennaio. Ricordiamo che Spread è sempre operativo per compilare le Dsu Isee, e che i documenti necessari per l’Isee 2021 fanno riferimento sia per i redditi che per il patrimonio a due anni fa (in questo caso dunque al 2019)”.