Flash mob di Cua e Cybilla al 33 e faccia a faccia con il prorettore, poi laboratori e notte bianca al 38: “Se Split non potrà essere in via San Giacomo 11, allora sarà Split ovunque!”.
Studentesse/i in rettorato con tamburi e fumogeni per spingere l’Università a prendere parola “sul sequestro degli spazi e la cacciata di due studenti dalla città”: flash mob promosso da Cua e Cybilla, oggi pomeriggio, dopo le misure cautelari che nei giorni scorsi hanno colpito 12 attivisti insieme al sequestro di Split e di un’aula del 38. I manifestanti hanno disseminato il corridoio del rettorato di cartelli e incontrato il prorettore agli studenti, Federico Condello, reclamando che “l’Ateneo deve esporsi e prendersi le proprie responsabilità subito”. L’Alma Mater deve chiedersi se “la cacciata da Bologna di studenti in lotta per il diritto all’abitare sia veramente l’unica risposta”, senza contare “il sequestro di spazi di organizzazione dal basso e di possibilità di gioia collettiva appartenenti non a 12 indagati ma all’intera comunità studentesca bolognese, casa di tante realtà, assemblee e iniziative”, hanno aggiunto i manifestanti.
Il flash mob rientra nell’iniziativa “Una giornata per una vita bella”. In programma al 38 laboratori e poi notte bianca: “Risignifichiamo gli spazi dell università a misura dei nostri desideri, prendiamoci una vita bella! Se Split non potrà essere in via San Giacomo 11, allora sarà Split ovunque!”. Durante tutta la serata, inoltre, “si porterà avanti una raccolta fondi per l3 terremotat3 in Siria e Turchia insieme ad Amal Al Hayat, un community center per donne e bambin3 sirian3 sfollat3 nella città di Gaziantep”, spiega il Cua. “Se il rettore vuole chiudere gli occhi e tapparsi le orecchie, noi troveremo il modo di farci sentire. Lo abbiamo promesso in piazza questo mercoledì e lo renderemo certo realtà: le voci che si alzeranno da Bologna per una vita bella saranno talmente assordanti che sarà impossibile girare la testa”, promette il collettivo.