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Chiesto lo sgombero, Bartleby: “Restiamo qui” [+comunicato]

L’Asp ritira fuori la “favola” dei lavori di ristrutturazione e, insieme al Comune, chiede uno sgombero “immediato”. Bartleby: “Si eludono i temi che poniamo”. Frascaroli, intanto, sembra non sappia neanche cos’è un Cie.

27 Gennaio 2013 - 16:48

Sui quotidiani di oggi si legge che l’Asp Poveri Vergognosi, in accordo con il Comune, ha già chiesto lo sgombero dell’ex conservatorio di Santa Marta occupato ieri da Bartleby al termine di un partecipato corteo. A parlare è il presidente dell’Asp, Paolo Ceccardi, che pretende uno sgombero “immediato”: l’immobile non è sicuro e, soprattutto, devono partire i lavori di ristrutturazione per trasformarlo in residenze per anziani. Come se, come documentato da Zic già nel 2011, questa della ristrutturazione sia una favola che l’Asp racconta ormai da anni. Alle dichiarazioni di Ceccardi, da Bartleby si risponde in modo chiaro: “Noi restiamo qui”. Alle 19 di oggi, intanto, è prevista una nuova assemblea pubblica.

Questo il commento che abbiamo raccolto dagli occupanti, impegnati a trasformare l’ex convento in un luogo vivo e partecipato per restituirlo come merita alla città: “Leggiamo sui giornali di oggi che ci sarebbe già una richiesta di sgombero, avanzata di comune accordo da Asp e amministrazione comunale. Significa non voler assolutamente affrontare i temi che anche questa occupazione solleva, escludere qualsiasi tipo di dialogo e ridurre tutto ad una dinamica di ordine pubblico senza aprire una minima riflessione sugli spazi e le pratiche di autogestione. Noi restiamo qui e andiamo avanti, vediamo se ancora una volta il Comune vorrà procedere ad uno sgombero con le forze di Polizia”.

Intanto, sempre sulla stampa, l’assessore Amelia Frascaroli torna ad attaccare il percorso di Bartleby e, non contenta della figuraccia rimediata la prima volta, ribadisce che il collettivo doveva accettare la proposta di uno spazio in via Collamarini perchè poco distante da un luogo “simbolico e pieno di significati” come il Cie di via Mattei. Per prima cosa ci viene da ricordare all’assessore che, dietro le sbarre ed il filo spinato del Cie, di simbolico c’è molto poco, perchè si parla della vita e della morte di decine di migranti reclusi senza aver commesso alcun crimine (tanto che lo stesso sindaco Virginio Merola, proprio ieri, ha affermato che andrebbe chiuso). A parte questo, ci viene un atroce dubbio. Ma non sarà che Frascaroli un Cie non sappia neanche cos’è? Ha idea del fatto che è un luogo dal quale non si può uscire e nel quale non si può entrare, per nulla diverso da un carcere? Lo sa che al suo interno i reclusi ci arrivano all’interno dei furgoni blindati della Polizia? Probabilmente no, perchè a giudicare dalle sue ripetute dichiarazioni sembra che Frascaroli abbia in mente una sorta di “centro sociale per migranti”. Il che sarebbe grave, considerando che stiamo pur sempre parlando dell’assessore alle Politiche sociali del Comune.

 

> Il comunicato di Bartleby:

La vergogna e il silenzio

Dopo aver liberato ieri con un corteo festante l’ex convento Santa Marta, apprendiamo oggi dai giornali che Asp e Comune avrebbero già disposto lo sgombero della struttura.
Con le occupanti e gli occupanti, nessun contatto. Eppure chi amministra questa città dovrebbe avere il preciso compito non solo di riferire del proprio operato ma di ascoltare le istanze dei cittadini.Il corteo di ieri, l’occupazione dello stabile in via Torleone e l’assemblea svoltasi in questo nuovo spazio raccontano una città viva, libera e pensante.Una città che non solo non accetta i piani di questa amministrazione ma che rivendica spazi di autonomia e indipendenza per realizzare i propri progetti politici, artistici, culturali.Generazioni a confronto che si incontrano per trovare insieme nuove modalità per sottrarsi a questa crisi economica che ogni giorno sottrae diritti e libertà.Di questo parla e discute un’intera città. A partire da questi bisogni e da questi desideri abbiamo liberato ieri uno spazio, non solo come risposta reattiva a uno sgombero ma come pratica affermativa, come spinta comune e costituente. All’austerità che vogliono imporci rispondiamo con la messa in comune delle nostre passioni, con la condivisione delle nostre competenze. È a queste istanze che chi amministra il Comune come l’Università devono rispondere, senza nascondersi dietro la maschera ormai ridicola e stantia delle opposizioni binarie legalità/illegalità. Un’amministrazione immobile che vive di grandi annunci, che progetta una città desertificata e svenduta agli speculatori, che immagina Bologna come un grande centro commerciale. Chi governa questa città non può permettersi il silenzio. Non può nascondersi invocando l’ordine pubblico. Non è certo con un nuovo sgombero che cancelleranno la voglia di partecipazione sprigionatasi in questi giorni. Da parte nostra continuiamo con convinzione questo percorso, a partire da stasera alle 19 con un’assemblea pubblica, per decidere insieme come gestire questo spazio e come rispondere a eventuali prove di forza dell’amministrazione.
La città è qui!

Bartleby, dall’ex convento Santa Marta.