Il parco agroalimentare targato Farinetti e Coop è ufficialmente in attività da oggi pomeriggio, con taglio del nastro affidato al premier Gentiloni. Fuori la contestazione di studenti medi, universitari, attivisti sociali e sindacati di base.
Si inaugura Fico Eataly World, con protesta. Il parco agroalimentare targato Oscar Farinetti e Coop ha aperto ufficialmente ai visitatori oggi pomeriggio, con gran sfoggio di autorità a partire dal premier Paolo Gentiloni. Al suo arrivo, il patron di Eataly ha accolto il presidente del Consiglio mostrandogli alcui esemplari di incolpevoli mucche… Poco dopo, Farinetti ha tenuto a battesimo il parco con un applauso agli immigrati (che con il loro lavoro nei campi “sostengono l’agricoltura italiana”) propedeutico ad una battuta di pessimo gusto: “Se non avessimo accettato i due più grandi immigrati della nostra storia, il grano e il pomodoro, non avremmo la nostra cucina. Meno male che non abbiamo fatto tante questioni allora, gli abbiamo dato subito lo ius soli”.
All’ingresso della struttura hanno invece manifestato studenti medi, universitari, attivisti sociali e sindacati di base. Un presidio all’insegna dello slogan “Lavorare gratis (non) è fico!” era stato convocato da Studenti Medi Autorganizzati e LuBo, con l’adesione di Adl Cobas, Tpo e Làbas. In presidio anche i SiCobas insieme a Cua e Cas. Si segnala, inoltre, un commento a firma Eat the rich.
“Siamo qui all’apertura di Fico, l’azienda dove nei prossimi mesi ventimila studenti affronteranno 300.000 ore di lavoro non pagato,date dalla legge dell’alternanza scuola-lavoro! Questa non è formazione,è sfruttamento!”, hanno scritto su Facebook gli Studenti medi autorganizzati. E da LuBo: “Eccoci a Fico, siamo fuori e parliamo con le persone che sono venite incuriosite ma che sono ben consapevoli di cosa la Disneyland del cibo metterà in atto a livello ambientale, lavorativo, alimentare. Noi stiamo denunciando le 300.000 ore di lavoro in cui verranno impiegati 20.000 studenti delle scuole superiori a partire dal prossimo anno. Stiamo dicendo che #lavoraregratisnonèfico”. Scrive l’Adl Cobas: “Oggi inaugura a Bologna Fico Eataly World: il ‘nuovo mostro’ partorito dalla mente diabolica del renzianissimo Oscar Farinetti. È stata presentata come una Disneyland del cibo. Piuttosto, sarebbe corretto dire una Disneyland del lavoro precario e sottopagato, della mercificazione e spettacolizzazione dell’alimentazione, una nuova ‘grande opera’ in stile ExpoMilano che sfrutta territorio e risorse pubbliche per permettere di accaparrare enormi profitti ai soliti noti del Coop-capitalismo. Un modello di sfruttamento sul lavoro e sulla società che vogliamo continuare a combattere, dai magazzini fino ai luccicanti mega centri commerciali come questo!”. E il Tpo: “Oggi eravamo in presidio con LuBo e Studenti Medi Autorganizzati davanti all’ingresso di Fico Eataly World, fabbrica del lavoro gratuito obbligatorio, della mercificazione dell’alimentazione: una grande opera che sfrutta territorio e risorse pubbliche, che crea profitti per quelle cooperative e quelle aziende che alimentano sfruttamento e precarietà nel mondo del lavoro. Fico pre con un ingente schieramento di forze dell’ordine, alla presenza del primo ministro Gentiloni e di gran parte del governo. Fico, grazie alla legge sull’alternanza scuola-lavoro, guadagnerà 3 milioni all’anno con le 300.000 ore di lavoro non pagato mascherato da alternanza scuola-lavoro, nuova frontiera dello sfruttamento e della precarietà. Si tratta di vero e proprio lavoro non pagato obbligatorio (per conseguire il diploma di maturità è obbligatorio svolgere le ore indicate di alternanza), senza tutele né diritti, spacciato per ‘attività formativa’ dal Governo, che dirotta così migliaia di giovani da un percorso scolastico ad un’agenzia di lavoro interinale (la multinazionale Randstad). Rifiutiamo questo sistema di alternanza per gli studenti e le studentesse delle scuole superiori e rifiutiamo il lavoro gratuito obbligatorio di stage e tirocini; vogliamo diritti, tutele e nuove forme di welfare; siamo stanch@ di essere illus@ con false promesse e vogliamo rompere la gabbia della ricattabilità; vogliamo un reddito di autodeterminazione per liberarci da un mondo del lavoro precario e sfruttato”. Anche Làbas si concentra sulla necessità di “avviare una campagna di contro-informazione e di contrasto all’alternanza scuola-lavoro e per ricordare a Farinetti e al primo ministro Gentiloni che in molti alzano la testa e iniziano a dire senza paura che lavorare gratis non è fico!”.
Questo quanto scritto dai SiCobas: “Siamo all’inaugurazione di Fico per denunciare il sistema di scatole cinesi delle cooperative che fa sparire diritti, tutele e garanzie del lavoro. Siamo insieme agli studenti delle scuole superiori che lottano contro l’alternanza scuola-lavoro e il lavoro gratuito. Non è grazie a presunti padroni illuminati come Farinetti che si è scoperchiato il vaso di pandora dello sfruttamento, delle infiltrazioni mafiose e del lavoro nero nel sistema delle cooperative, ma grazie alle lotte determinate del nostro sindacato!”. Dal Cas: “Non ne possiamo più di essere sfruttati con l’alternanza scuola-lavoro e non ne possiamo più di vedere il nostro futuro come un mondo di lavoro precario!”. Scrive il Cua: “Siamo davanti all’ingresso di Fico insieme agli studenti e le studentesse che si troveranno a fare le ore di alternanza scuola-lavoro qui, ovvero dovranno lavorare gratis per questa azienda; e insieme ai Si Cobas, lavoratori che insieme agli studenti dicono no alla grande giostra dello sfruttamento!”.
Questa, infine, la riflessione diffusa da Eat the rich: da oggi “la Bologna del turismo perbene, dei mercati riqualificati a misura di aperitivo chic, degli appassionati di esperienze preconfezionate da consumare espresse, degli assessori all’immaginazione, potrà finalmente fregiarsi di un nuovo primato. Il 15 novembre, dopo due anni di rinvii e ben dopo la chiusura di quell’Expo milanese a cui doveva fare da coronamento finale, aprirà Fico Eataly World, il sedicente più grande parco tematico agroalimentare d’Europa. La santa alleanza tra i poteri forti della governance cittadina (tra i vari: Hera, Coop Alleanza 3.0, Unipol, Intesa San Paolo, Comune di Bologna, Partito Democratico, Slow Food, Eataly, Poste Italiane, Randstad ecc.) compie un ulteriore passo in avanti nella violenta trasformazione di Bologna nella città della marginalizzazione e dell’esclusione, oltre che nella tanto decantata città vetrina del food a misura di turista dal portafoglio ben gonfio. La grande opera del cibo in salsa green, con i suoi oltre centomila mila metri quadrati di suolo cementificato, i cento milioni d’investimenti tra pubblico e privato, le trecentomila ore all’anno di lavoro non retribuito, previste tra stage e alternanza scuola-lavoro, è pronta ad aprire i suoi cancelli. Fico, definito con una certa soddisfazione dal più autorevole quotidiano di padroni e operatori finanziari ‘soprattutto un progetto immobiliare innovativo’, sarà ben più del solito gigantesco ammasso di cemento. Alla speculazione più becera, promossa dai soliti soggetti noti (la gestione del fondo immobiliare è affidata a Prelios, società controllata da Pirelli, Intesa San Paolo e Unicredit, e tra i leader nel settore della speculazione e riqualificazione immobiliare in città), si aggiunge un altro fondamentale ruolo per FIico. Nella migliore tradizione inaugurata da Expo 2015 e tanto amata dagli sponsor del governo più smart, Fico sarà un polo di produzione di narrazioni, una fabbrica dello ‘storytelling’. Negli spot pubblicitari, nelle campagne di marketing, nella solita storiella portata in tour promozionale da patron Farinetti, l’immonda cordata di soggetti pubblici e privati che si è avventata sulla ricca torta da spartire, si prova a colorare di buono e sostenibile. I più biechi palazzinari diventano innovatori dell’urbanistica partecipata, la più spietata agenzia interinale si trasforma nella grande opportunità di ogni giovane precario, l’industria dell’allevamento intensivo si traveste da contadino che da un nome a ogni vitello, la peggior azienda multi-utility comunale diventa leader nell’economia circolare e sostenibile”.
Scrive ancora Eat the rich: “A mettere la sua ignobile ciliegina sulla torta da affettare, sarà addirittura il presidente del consiglio Gentiloni, affrettatosi a garantire la sua presenza per il grande giorno dell’inaugurazione, a farsi da garante per le istituzioni insieme allo stolido sindaco Merola, che il piano fili liscio come l’olio. Nel frattempo, mentre nei capannoni di Fico si lucidano insegne e vetrine e si preparano le bottiglie da stappare, fuori in città vanno avanti il governo per ordinanze e la repressione delle forme di vita non conformi all’ideologia del decoro, continua lo svuotamento delle piazze della socialità e lo sgombero degli spazi sociali, gli sfratti delle case popolari e le retate della polizia. Quest’ennesimo mostro di cemento non è altro che la facciata in bella mostra di un governo cittadino che sempre più esclude e marginalizza. Se è questa la città che affaristi e governanti vogliono cercare di costruire sta a noi provare a impedirlo. Fico non è che un’altra cattedrale del profitto nella city of food da sovvertire”.