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Ai cancelli Ducati Motor il “funerale della democrazia e della libertà di espressione sindacale”

Dopo gli sciopero nell’appalto 3R Service la Fiom querelò un dirigente dell’Sgb, che racconta: a fronte della richiesta di archiviazione da parte del giudice, la sigla Cgil “ha deciso di impugnare tale richiesta mantenendo quindi aperto il tentativo di incriminare il nostro esponente”. Intanto, “conclusa positivamente la trattativa con la Iss Facility Service”, riferisce l’Usb.

11 Luglio 2022 - 18:46

Sgb davanti ai cancelli della Ducati Motor, oggi, per la celebrazione del “funerale della democrazia e della libertà di espressione sindacale”. Spiega il sindacato di base: “Da alcuni mesi sembra che il nostro operato sia entrato nel mirino del sindacato Cgil che sembra monitorare ogni nostra iniziativa, manifestazioni, comizi, volantini e comunicati con l’obbiettivo repressivo di trasformare quella che è una normale dialettica sindacale e politica in un problema di carattere giudiziario e non solo. In questo tentativo, un posto d’onore ce l’ha sicuramente ciò che è accaduto intorno alla vertenza degli operai in appalto alla Ducati iscritti ad Sgb nell’ottobre scorso”. Continua la sigla di base: Nel mese di ottobre scorso i lavoratori dell’appalto Ducati Motor (3R Service) di via Cavalieri Ducati, organizzati con Sgb, davano l’avvio a otto giorni di sciopero consecutivi contro il tentativo di spostarli coattamente a Sala Bolognese con la scusante di un corso di formazione, arrivando a minacciare ripercussioni di carattere disciplinare. Durante lo sciopero e nell’ambito dei presidi sindacali, si tennero vari comizi diffusi poi sui social, il cui contenuto esprimeva il dissenso nei confronti dell’operato aziendale che fra le altre cose asseriva di aver condiviso il proprio progetto di formazione con altre organizzazioni sindacali”.

La Fiom-Cgil, “interiorizzando evidentemente accuse che erano rivolte all’azienda, la quale si rifiutava di incontrare Sgb che rappresentava la stragrande maggioranza dei lavoratori dell’appalto- continua il comunicato- ha pensato bene, durante il periodo natalizio, di querelare (sic!) il nostro esponente Massimo Betti per ‘diffamazione aggravata’ (cinque anni). A fronte della successiva richiesta di archiviazione da parte del giudice, la Fiom ha deciso di impugnare tale richiesta mantenendo quindi aperto il tentativo di incriminare il nostro esponente. Come Sgb riteniamo questo atto, inserito in contesto più ampio, un grave attacco alla libertà di espressione sindacale e di democrazia”.

Replica la Fiom: “C’è un processo penale che ha avuto una prima archiviazione per tenuità dei fatti, non perchè non ci fosse. L’archiviazione riguarda l’entità del fatto, non se fosse vero o no. Per questo abbiamo fatto ricorso. Perchè questo, dal nostro punto di vista, rischia di imbarbarire le relazioni sindacali, vorrebbe dire che si può dire tutto, comprese le calunnie. Significa che non c’è più una regola nei luoghi di lavoro. C’è anche un processo civile. E’ stato preceduto da un tentativo di conciliazione di fronte al giudice di pace”, al quale il sindacalista querelato e l’Sgb “non hanno voluto aderire. Quindi si va in Tribunale”.

Intanto, rende noto l’Usb Lavoro privato, “si è conclusa positivamente la trattativa che da mesi vede come attori principali la Iss Facility Service, azienda dei multiservizi in appalto all’interno degli stabilimenti della Philip Morris di Bologna, e le rappresentanze dei lavoratori assistite dalle organizzazioni sindacali di Usb Lavoro Privato e Filcams-Cgil. Dopo mesi di confronto, a tratti anche aspro con diverse giornate di sciopero, nella mattinata di venerdì si giunti ad un’ipotesi d’accordo approvata all’unanimità dalle lavoratrici e dai lavoratori di Iss nell’assemblea generale di questa mattina. L’accordo prevede sostanzialmente due punti importanti: il riconoscimento del buono pasto a 7,50 euro ed un premio uguale per tutti di 900 euro lordi più 200 euro di buoni welfare. Rimangono ancora aperti alcuni punti importanti che riguardano i corretti livelli d’inquadramento professionale ed i part-time involontari, che saranno ripresi nelle prossime settimane. Ricordiamo che queste lavoratrici e questi lavoratori subiscono una ampia disparità di trattamento salariale proprio a causa del meccanismo degli appalti al massimo ribasso che entrano nella logica di una riduzione dei costi per le aziende committenti, nonché anche a causa della contrattazione collettiva nazionale che molto spesso non riesce a rinnovarsi in tempi ragionevoli e a dare risposte adeguate a migliorare le condizioni di lavoro e di vita. Inoltre, rimarchiamo il fatto che il settore dei multiservizi, come quello della vigilanza e della logistica, sono settori che subiscono la deregulation selvaggia e dov’è spesso complicato praticare una contrattazione di secondo livello. Questo risultato, raggiunto grazie alla determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori Iss, è solo il primo passo verso la costruzione di un percorso ben più ampio che ha come obiettivo la costruzione di un contratto unico di filiera per ridurre al minimo le diseguaglianze che si tendono a creare tra lavoratori diretti e lavoratori in appalto”.