E gli affitti a lungo termine subiscono “rialzi folli”, denuncia lo Sportello per il diritto all’abitare. Va peggio ai migranti, per i quali “le agenzie immobiliari rafforzano l’esclusione dall’accesso al mercato abitativo”.
In città “l’affitto ‘classico’ sembra non essere più tollerato: o si accettano rialzi folli del prezzo della locazione, a fronte di salari fermi da più di 30 anni, o l’immobile dove sono nati i propri figli, le proprie passioni, la propria vita verrà dato in pasto a qualche piattaforma come Airbnb“. Lo scrive lo Sportello per il diritto all’abitare di Adl-Cobas, segnalando di avere registrato “in soli due mesi” ben “400 appartamenti in più in mano” al portale statunitense.
Ci sono poi le difficoltà specifiche che vivono i migranti: “Persone che a Bologna si sono costruite una quotidianità, delle vite o che si apprestano a farlo che si trovano di fronte a delle vere e proprie frontiere ‘interne’ alla città”, sintomo “di un razzismo ormai neanche troppo strisciante ma in larga parte ‘esplicito’ da parte delle agenzie immobiliari, che dovrebbero svolgere un ruolo di intermediazione e agevolazione, mentre invece rafforzano l’esclusione dall’accesso al mercato abitativo per quanto riguarda la componente di origine straniera”. Perciò, il sindacato sollicita Comune e Prefettura ad “agire con interventi coraggiosi e significativi, a partire dalla messa a disposizione degli immobili vuoti che gridano vendetta”, a partire dall’ex caserma Masini sgomberata ieri, con due occupanti sul tetto dalle cinque del mattino fino alle sette di sera.